Poco più di venti capitoli che affrontano un tema fortemente attuale, la follia. La gente non sta bene, lo vediamo tutti i giorni, persone apparentemente normali che per un niente scattano in eccessi di ira, altri che compiono le peggiori nefandezze senza nemmeno di essere in grado di comprendere che lo sono, una percentuale altissima di individui, soprattutto maschi, che non sa come affrontare la vita e inanella una sequela di scelte sbagliate che, a lungo andare, costerrano loro il futuro, ma che non cercano aiuto perché non pensano di avere alcun problema. Daniele Germani in questo libro “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri” affronta il tema della schizofrenia in prospettiva passata, quando gli elementi di distinzione del problema e di cura dello stesso erano ancora in fase embrionale, quando ancora questo tipo di stati erano affrontati in maniera aggravante più che tendenzialmente risolutiva o, quanto meno, attenuante. L’autore ci propone il viaggio all’interno della mente di quest’uomo che, rinchiuso in un istituto di cura da oltre vent’anni, vive attraverso le vite degli invidui che sono parto della sua mente, che hanno un passato, un presente e che si stanno organizzando un futuro. Uno degli aspetti interessanti è che il racconto non ha mai degli inframmezzi felici, di conseguenza, il parto della mente dello schizofrenico non si concede attenuati gioiose ma cesella delle brutture anche nelle sue esistenze alternative e, paradossalmente, è proprio nel momento in cui la svolta positiva potrebbe compiersi lui, o meglio, la cura che finalmente inizia a dare buoni risultati su di lui, pone fine alle vite dei suoi alterego.
Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri
Una donna, un uomo, un pazzo. Lei ha un rimpianto, aver lasciato il pianoforte e la musica per dedicarsi al marito e ai figli. Lui è ossessionato da una nota stonata, che gli risuona nella testa e non gli dà pace. Il folle sta preparando una bomba, per annientare il padre che non l'ha mai accettato. Siamo all'inizio degli anni Ottanta, la chiusura dei manicomi imposta dalla legge Basaglia del 1978 è l'occasione per esplorare il territorio complesso e accidentato del senno umano. In un romanzo ardito nella struttura, i riflettori sono puntati sulla parola «guarigione», che implica il sacrificio di mondi immaginari costruiti come antidoto all'isolamento, all'emarginazione. L'impossibilità di un legame autentico con gli altri lacera i personaggi della storia. E così la vicenda letteraria di una malattia «mentale» esplode nel racconto intimo della malattia «relazionale». Perché a volte i muri più difficili da penetrare, i più alti e i più spessi, sono quelli eretti da chi ci sta intorno. Ma i veri pazzi chi sono?
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Anno edizione:2019
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Nerebiglie78 02 gennaio 2023Me, myself and I
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