Con la memoria stretta in gola-Con la memoria al ras de la garganta
Nella ormai numerosa produzione letteraria e saggistica legata alle testimonianze degli orrori delle dittature del Cono Sur del secondo 900, recentemente approdata anche in Italia e in italiano, la poesia, già di per sé di difficile circolazione, ancora stenta ad emergere anche se, come afferma la scrittrice argentina María Negroni, è qualcosa come l’ultima spiaggia per «rivelare parte di ciò che oppone resistenza a essere nominato. La poesia […] sa che il reale non è comunicabile, che una falla o fessura si interpone sempre tra la realtà e la sua rappresentazione. Da ciò nasce il suo carattere di antidoto contro qualsiasi discorso calcificato, autoritario. Non è forse la parola poetica l’unica che non può sintetizzarsi, perché ciò che “dice” non si può ripetere in nessun altro linguaggio? (Más allá del umbral. Autoras hispanoamericanas y el oficio de la escritura).» Poesia in verso o prosa, non importa, importante è dire ‘poeticamente’, affinché l’altro ascolti senza fuggire e abbia margini di libertà per immaginare qualcosa che altrimenti sarebbe inaudibile e resterebbe come un macigno chiuso nei profondi meandri della memoria o del rimosso [...] (Rosa Maria Grillo)
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Anno edizione:2022
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