Il consueto vizio di esistere
Marco Tartari è nato a Quarto, in provincia di Napoli. Il consueto vizio di esistere è la sua prima silloge poetica. Un esordio che graffia. Queste poesie sono ferite aperte, scatti improvvisi, brandelli di rabbia, dolcezza e disincanto. Parlano di identità e alienazione, del corpo come campo di battaglia e rifugio, dell’amore che salva o sprofonda. La voce di Tartari è diretta, senza filtri, eppure capace di delicatezza: un equilibrio inquieto, ma necessario. …a cosa servono i miopi / confini di un letto, un pianeta, / un secolo, / quando sei fra le mie braccia? Con uno stile spoglio e potente, l’autore scava nell’umanità che resiste, nonostante tutto, al buio. Perché esistere – anche solo per vizio – può essere l’unico atto di libertà rimasto.
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Anno edizione:2025
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