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Visto oggi questo datato Dracula dei primi anni settanta del regista spagnolo Jess Franco potrebbe sembrare un vecchio sceneggiato televisivo. Questo regista ha girato altri horror a basso costo più bizzarri come “La tomba dei resuscitati ciechi” e “Vampiros lesbos”, spesso finiti nelle classifiche dei film trash più brutti della storia del cinema e “El conde Dracula” sarebbe il suo film migliore ma non fu un successo tanto che segnò il declino della sua poco promettente carriera. Pare che in Spagna il genere horror non fosse particolarmente apprezzato. Ovviamente l’ unico attore che si nota è l’ inglese Cristopher Lee nella sua ennesima interpretazione di Dracula ma con un trucco più modesto come descritto nel romanzo di Stoker, un vecchio vestito di nero con baffoni, basettoni e capelli bianchi. In questo film Lee parla più del solito, specialmente nella sua prima apparizione. Oltre all’ attore protagonista si nota un Klaus Kinski inesorabilmente muto nel ruolo del pazzo Renfield e il meno noto Herbert Lom nel ruolo del dottor Van Helsing ma questo attore viene oggi ricordato solo per aver interpretato il goffo capo antagonista dell’ Ispettore Cluseau nella serie comica della “Pantera rosa” e non per questa sua interpretazione più seria. Per il resto un cast di ignoti attori e attrici spagnole di bella presenza e basta. Pare che Lee accettò di rifare Dracula per l’ ottava volta solo per fare il turista in Spagna, un paese che gli ricordava l’ Italia, la terra dei suoi avi. Infatti il secondo cognome di Lee era Carandini. Per essere una coproduzione italo-spagnola-tedesca come qualità artistica e tecnica siamo al di sotto di un qualsiasi horror inglese degli anni sessanta. Animali impagliati con il sottofondo di versi di scimmie al massimo fanno sorridere e certe scene di vampire riprese in un giardino pubblico di Barcellona con una luce crepuscolare sono involontariamente sbagliate. Esterni girati perlopiù in Spagna e scenografie teatrali modeste, specialmente gli interni del castello di Dracula, spogli e bui ma comunque credibili. Effetti poco speciali come macigni di cartapesta che rimbalzano e cani spacciati per lupi. La colonna sonora sembra composta per un film giallo d’ ambientazione viennese. Da artigiani del cinema commerciale da quattro soldi come il fu Jesus Franco Rivera alias Jess Franco non c’è da aspettarsi di meglio.
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