Seguendo le orme de La Vegetariana ma in maniera molto più breve, riesce a farti immergere come solo Han Kang potrebbe fare.
Convalescenza
Col suo tocco elusivo, la prosa scabra di Han Kang sfiora ancora una volta l'orrore senza spiegarlo e ci lascia, attoniti, a contemplare la disturbante malìa del rifiuto di sé.
«Le due novelle che Adelphi pubblica in Convalescenza tratteggiano ancora situazioni e figure dolenti» - Marco Del Corona, La Lettura
Una donna cerca risposta agli interrogativi che la morte della sorella ha lasciato insoluti: perché, senza un motivo apparente, aveva cominciato a detestarla? Perché, pur essendo in tutto più dotata, si sentiva inferiore a lei? Perché sembrava tenere la vita a distanza, «come se scansasse del cibo dall'odore nauseante»? E nel secondo pannello di questo dittico di racconti un'altra donna, per sfuggire a un'esistenza che la intossica, a poco a poco si trasforma in una pianta: la sua inquietudine si placa, il suo corpo sofferente fiorisce e dà frutti – prima di appassire, forse per sempre. Ci sembra di conoscerle, queste figure femminili che richiamano i motivi e l'aura della Vegetariana, ma non cessano di stupirci per la loro straniata singolarità. Creature dolenti, sedotte dal richiamo dell'autoannientamento come unica forma di difesa dalla violenza insita nel nutrirsi, nel sentire, nel vivere. «Presto, lo so, perderò anche la capacità di pensare, ma sto bene. È da tanto tempo ormai che sognavo questo, poter vivere solo di vento, sole e acqua». Col suo tocco elusivo, la prosa scabra di Han Kang sfiora ancora una volta l'orrore senza spiegarlo e ci lascia, attoniti, a contemplare la disturbante malìa del rifiuto di sé.
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Anno edizione:2019
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elena 26 maggio 2025convalescenza
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Pagine_e_inchiostro 20 aprile 2025Convalescenza
Convalescenza é una raccolta di due racconti che esplorano la sofferenza psicologica e fisica delle protagoniste, affrontando temi di alienazione, incomunicabilità e di un profondo rifiuto di sé. La prima storia segue una donna che, dopo la morte della sorella, resta ancorata a domande irrisolte sul loro rapporto. Questi interrogativi mai risolti sollevano il velo su un dolore silenzioso e una solitudine incolmabile. Nel secondo racconto, una donna, per sfuggire alla claustrofobia della propria vita, avvia una metamorfosi che la trasforma in pianta. La sua trasformazione fisica è specchio della sua sofferenza e riflette una lenta fuga dal corpo umano, verso un'esistenza naturale. Qui la protagonista cerca un sollievo che, tuttavia, sembra giungere a un prezzo alto: il suo corpo, ora vegetale, fiorisce, ma è destinato a appassire. Le figure femminili di Convalescenza sono accomunate dal tema del rifiuto della vita, che si manifesta come una ribellione silenziosa contro la violenza insita nell'esistenza e nel loro sentire. Le loro sofferenze gettano uno sguardo profondo sulla difficoltà di vivere in un mondo che sembra non dare tregua. Han Kang, con la sua scrittura poetica e inquietante, sfiora l'orrore senza mai spiegare pienamente la causa di tanta sofferenza. La sua penna, agghiacciante e onirica, crea un’atmosfera sospesa e disturbante, dove l’alienazione delle protagoniste diventa il punto di contatto tra l’impossibilità di comunicare e la trasformazione come unico modo per affrontare l'insostenibile dolore dell'esistenza. La natura, in questo contesto, diventa l’unico rifugio possibile, una via per trovare, seppur temporaneamente, un po’ di pace.
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Beatrice M. 26 febbraio 2025Libro consigliato per approcciarsi alla scrittura di Han Kang
Due storie, un punto in comune: la MALATTIA e come essa possa cambiare i rapporti tra le persone. Prima storia: "Convalescenza", un flusso di pensiero in seconda persona singolare, che ci fa immergere nella psiche e nei pensieri della protagonista, che conosciamo tramite la sofferenza della sorella. E' proprio in questo dolore che la protagonista comprendere quanto il loro rapporto, benché ormai deteriorato, sia stato e sia tuttora importante per entrambe. La malattia, quindi, diventa in questa storia l'unico modo per comprendere - anche se troppo tardi - l'autenticità dei rapporti. Lo stesso tema viene affrontato, pur arrivando a conclusioni opposte, anche nel secondo racconto: "Il frutto della mia donna". La storia ruota intorno alla vita matrimoniale di una copia, in cui il marito non riconosce, e non vuole neanche provare a farlo, un'identità propria alla moglie, vista come estensione di se stesso e, in generale, come una persona che si trova lì solo per accontentarlo. Ciò si evince anche dal fatto che egli non si rivolga mai alla moglie per nome, ma sempre usando aggettivi possessivi come "mia moglie", "la mia donna". Anche in questo caso, è la malattia a rivelare la realtà di questo rapporto: lui non prova empatia di fronte alla sofferenza di lei, che anzi vive quasi come una "scocciatura", come un ostacolo alla propria serenità. Egli, fino alla fine, non prova mai dispiacere per la perdita della persona in sè, ma solo dei benefici che ne poteva trarre (avere qualcuno che lo aspetta a casa dopo il lavoro, che tiene in ordine la casa, che lo ami...). Un altro tema comune alle due storie è quello della FUGA dai propri problemi e dalle proprie preoccupazioni: nella prima storia, questa fuga viene vista nell'anticonformismo, che diventa una corazza dietro cui ripararsi, nella seconda nel continuo cambiare luoghi e, infine, nel cambiare la propria forma. E' uno dei libri di Han Kang dal significato più esplicito di Han Kang, perfetto per approcciarsi all'autrice.
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