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Quando l'avventura si trasforma in esperienza di vita
«La più bella opera prima italiana dell'anno. È un film piccolo e magico, silenzioso che esprime l'inesprimibile» – Corriere della Sera
Matteo e Samuele hanno 12 anni e passano la loro estate tra il fiume, il bosco ed il centro commerciale. Qualcosa tra loro sta cambiando: i soliti giochi li annoiano, la fantasia cede il passo alla scoperta, l'avventura si trasforma in esperienza di vita. Samuele e Matteo sono come due Cormorani, in continuo adattamento nel rapporto con il mondo che li circonda, con il loro corpo che sta cambiando e l'autonomia che a poco a poco sentorno di dover coltivare sempre di più...Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Due giovanissimi, Matteo e Samuele (che sono anche i veri nomi dei due attori protagonisti) trascorrono le giornate estive bighellonando – eufemismo! – tra il centro commerciale, le giostre, e, soprattutto, i boschi. Fine della trama. I due ragazzini sono così arruffati da sembrar usciti da un anime di fine anni ’70: sarebbe stata opportuna una bella spuntata ai capelli, soprattutto intorno alle orecchie! Comunque, a parte questo dettaglio, ho dovuto guardare il film (italianissimo) con i sottotitoli, poiché non si capisce pressoché nulla di quello che i due dicono, e il suono in presa diretta non aiuta. In ogni caso i dialoghi sono pochi e insulsi; quindi, anche senza i sottotitoli, non si perde comunque nulla. Anche il finale risulta ''buttato lì'', alla bell’e meglio. Francamente in questo film non ho trovato niente d’interessante, e la bella fotografia non è bastata per salvarmi dalla noia di un’ora e venti che scorre lentissima e senza che accada alcunché. Mi pare che il film aspiri a essere profondo tramite una trama e un approccio minimalista, ma a mio avviso è molto molto indietro rispetto a pellicole come, ad esempio, ‘Il pranzo di Babette’ o ‘Ladies in Lavender’ nelle quali, qui sì, i registi hanno saputo trasformare il niente in due gemme. Mi stupisco perciò per l’incetta di premi e di riconoscimenti da parte della critica. Comunque spero che altri, invece, riescano ad apprezzare questo film. Concludo infine con un appello alle case di distribuzione cinematografica: ma perché, piuttosto, non pubblicare anche in Italia i film di Lasse Nielsen?
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