15/2025 Libro non semplice e nemmeno scorrevole ma è perfettamente nello stile dell'autrice. Ci narra la "vita" del conte Dracula, trasferitosi a Roma, medico legale al Fatebenefratelli, del suo amore e successivo odio verso Mina, del loro gatto Zibetto. La storia copre diversi secoli e vengono raccontati episodi del passato che ci aiutano a costruire il rapporto ormai conflittuale con Mina, il tutto innaffiato da sprazzi di matematica e fisica. Il racconto può risultare non coinvolgente ma con un po' di pazienza si viene rapiti e catapultati in questa storia.
Così per sempre
Dracula non è morto, si è soltanto trasferito a Roma. L'uomo sulla terrazza è antico quasi come la città che sta guardando. Il suo gatto Zibetto, piú nero di tutti i gatti neri, come lui conosce troppe storie. L'uomo è il conte Dracula. Ama la scienza, la fragilità degli esseri umani, e una donna dal viso sempre uguale. Nel 1897 la storia d'amore con Mina Harker non è finita: per chi non è piú legato allo scorrere del tempo, nulla può mai finire. Oggi lui sta a Roma, che è una città eterna, e lei vive a Venezia, che è una città immortale. L'eternità e l'immortalità sono due cose diverse, Dracula l'ha capito e Mina no. Sarà pur vero che l'odio è anche amore, ma dove l'amore cerca passione l'odio chiede vendetta. Giacomo Koch è il nome del conte Dracula quando questa storia comincia. Mina Harker, la donna a causa della quale stava per essere ucciso, è sfuggita alla morte, ora si chiama Mina Monroy ed è lei stessa un vampiro. Il loro gatto Zibetto può arrampicarsi anche per dieci piani e porta alle zampe anteriori due vistosi anelli d'oro, per l'esattezza due fedi nuziali. Questa storia, ambientata oggi tra Roma e Venezia, attraversa i secoli e affonda le sue radici alla fine dell'Ottocento, quando il conte Dracula lascia la Transilvania per trasferirsi in Occidente. È allora che ha preso il nome di Giacomo Koch e ha cominciato a interessarsi alla professione medica, ed è oggi che lavora come anatomopatologo all'ospedale Fatebenefratelli. Attraversando la grande stagione delle scienze, Giacomo ha capito molte cose. La prima è che tutto ciò che scorre è nutrimento, non solo il sangue, per quanto il sangue umano rappresenti ancora il suo cibo preferito. Ha capito che non si può vincere la nostalgia per i prodigiosi limiti dei viventi, e che grazie alla forza di gravità ogni uomo e ogni donna contengono l'universo; sa, soprattutto, che quando nei vampiri scorre il sangue essi diventano umani, e come gli umani sono vulnerabili, possono essere ammazzati. Mina, invece, non ha voluto capire altro che sé stessa, ha vissuto gli ultimi sessant'anni insieme a una donna che il Conte ha ucciso - come, in effetti, ha ucciso tutti gli amori della sua vita - e pensa, per punirlo, di dover distruggere l'unica vera grande passione di Dracula: gli esseri umani. Decide, nella Venezia dove tutto scorre, di aprire un salone di bellezza in cui il tempo non scorra piú. Dal salone di Mina chiunque entri uscirà uguale a sé stesso. Per sempre. Cosí per sempre.
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Lingua:Italiano
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Nik82 28 aprile 2025Dracula è tra noi
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Loris 25 dicembre 2022
Di certo Chiara Valerio non difetta di ambizione: riprende il romanzo di Stoker (riletto attraverso il film di Coppola) e inscrive la figura di Dracula nel percorso di un ‘900 che passa dal determinismo causale alla fisica quantistica, dove si ragiona di funzioni d’onda probabilistiche e di entanglement (o sincronicità), mettendo in discussione la percezione lineare del tempo. Il suo vampiro si fa portatore di una Natura che mescola i fluidi vitali per trasformarsi ed evolvere, mentre l’antagonista Mina si appella al sangue come segno distintivo e identitario, flirtando coi totalitarismi. Ne esce un romanzo magmatico e imperfetto, ma vitale e godibile, con una scrittura densa che cerca il lirismo e talvolta rende non immediata la comprensione. I riferimenti letterari (compreso un Verne per me inedito) e storici abbondano, senza rinunciare all’avventura e allo spirito del romanzo gotico. Nel complesso l’opera, singolare per la scena italiana, convince e avvince: i dialoghi filosofici tra il conte e Carl Jung e il cameo di Zibetto come gatto di Schrodinger (!) si intrecciano col romanticismo degli amori perduti e col furore di vendette secolari.
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Glenda 29 agosto 2022Delusa
Avevo alte aspettative che si sono dileguate dopo pochi capitoli. La trama risulta interessante ma le continue ripetizioni di frasi, i ragionamenti matematici e il gettare in mezzo personaggi che con la storia c’entrano ben poco, l’ha appesantita parecchio. Il ritmo è diventato incalzante ben oltre la metà del libro. La figura di Dracula si è un po’ “rammollita” nel tempo, a tal punto da sbandierare ai quattro venti la sua natura e, in questo modo, farsi fregare dagli umani. Zibetto, il gatto-vampiro, è l’unico personaggio che ha smosso un po’ il racconto. Non ho particolarmente amato una scelta stilistica dell’autrice: i discorsi diretti tra i personaggi non vengono segnalati dalle virgolette; questo rende faticoso distinguere chi sta parlando.
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