La Crepa che resta

La crepa che resta non è un romanzo, e nemmeno un semplice memoir. È una raccolta di frammenti di vita vissuta, attraversata dal dolore, dalla perdita e dalla necessità di dare un senso a ciò che, per molti anni, è sembrato insensato. Questo libro nasce come atto personale, terapeutico, ma si è trasformato nel tempo in qualcosa di più: un percorso attraverso i traumi che segnano l’identità, i legami familiari che lasciano cicatrici, e gli amori che, invece di salvarci, ci costringono a guardare negli occhi la nostra parte più fragile. Non ho scritto per insegnare nulla, né per giustificare me stesso o gli altri. Ho scritto perché a volte, quando la voce si spezza, la scrittura resta. Perché alcune verità non dette diventano pesi, e condividerle — anche se doloroso — può alleggerirle. I capitoli che seguono sono cronologicamente sfasati ma emotivamente connessi. Ogni “punto di rottura” rappresenta una tappa essenziale della mia storia, ma anche una possibilità per il lettore di riconoscersi, specchiarsi, respirare. Se anche una sola persona, leggendo, si sentirà meno sola, allora questo viaggio sarà valso la pena. — Alessio