C'è tutta l'India vera in questo romanzo, quella che si immagina ma non si conosce fino in fondo, ci sono secoli di oppressione e tutta "l'inferiorità" delle donne, di allora e di oggi, come voluta dagli uomini e dai governi. Un viaggio in treno lunghissimo per trovare delle risposte che nessuno può dare realmente, attraverso storie che se anche non sono vere lo sembrano, tanto grande è la partecipazione emotiva di chi le scrive e di chi può leggerle. Sin dalla prima riga si intuisce che la vera destinazione del viaggio sarà il biglietto di ritorno a casa, ma nel mezzo c'è tutto un mondo terribile e bellissimo al tempo stesso, che non può non essere raccontato.
Akhila è una donna di 45 anni, single, che non ha mai potuto vivere la sua vita: sempre figlia, sorella, zia sino al giorno in cui compra un biglietto ferroviario di sola andata per un paese in riva al mare di Kanyakumary, in India, gloriosamente sola per la prima volta nella sua esistenza e determinata a essere libera da tutto ciò che l'aveva confinata sino a quel momento. Nell'intima atmosfera dello scompartimento del treno che divide con altre cinque donne, Akhila conosce le sue compagne di viaggio. Ascoltando le storie delle donne, Akhila entra nei più privati momenti delle loro vite, cercando in loro una soluzione alle domande che l'hanno accompagnata per tutta la vita: può una donna restare single e felice, o ha bisogno di un uomo per esserlo?
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Anno edizione:2010
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BARBARA BETTELLI 23 settembre 2011
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Una scrittura limpida, chiara, che sa raccontare con sincerità e ferocia il mondo di cui ci parla. Chi si aspetta da questo libro folklore ed esotismo è destinato a ricredersi. La società indiana è terribile nei confronti delle donne. E crea persone terribili. Donne frustrate e meschine che si sentono complete e realizzate non solo nel rispettare le tradizioni che costituiscono la loro prigione, ma anche nel criticare e disprezzare chiunque non viva come loro. E tutto questo per non farsi sfiorare dal dubbio che possa esistere un diverso modo di vivere. Diverso e, magari, migliore. Chi sfugge a questa ragnatela di filo spinato deve usare mille astuzie e ipocrisie per portare avanti la propria scelta. Farlo alla luce del sole sarebbe impensabile e autodistruttivo. E le nuove generazioni spesso non sono più fortunate. Lascia davvero l’amaro in bocca vedere queste donne che vorrebbero uscire dalla gabbia costruita per loro dalla tradizione che vengono riportate al suo interno con l’inganno, con false promesse riguardo al loro futuro. E, nel momento in cui se ne rendono conto, la gabbia ormai si è richiusa. Solo il futuro può dare qualche speranza, solo un finale sfumato di speranza può rendere accettabile il futuro. Pensandoci bene un tocco di esotismo c’è in questo libro: la scelta dell’autrice di mettere in appendice al romanzo un certo numero di ricette di cibi tipici dell’India. Cibi che vengono spesso nominati durante la narrazione e che rappresentano sicuramente un aspetto importante della società indiana, prevalentemente vegetariana.
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BEATRICE PALMERO 11 dicembre 2010
Questo romanzo ha una struttura molto carina, senza contare l'appendice delle ricette brhamine e indhi che concludono il libro! Un viaggio in treno consente alla protagonista di esplorare i suoi desideri e analizzare la sua vita riflessa nello specchio delle vite delle altre, compagne occasionali di una vettura speciale. "Cuccette per signora" infatti è una parte riservata del treno, un vagone letto tutto al femminile, dove i mariti, i fratelli e i figli ripongono le donne della famiglia per garantire comfort e tranquillità al viaggio. Nella società indiana della tradizione le donne sono esseri privi di desideri, ma i binari del treno ci dicono che il mondo corre...
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