Quando il povero Marlow, sull’onda della passione giovanile per le carte geografiche ed i luoghi esotici, ottiene l'incarico, non può immaginare a cosa sarebbe andato incontro. Certo fin dall’inizio il suo entusiasmo viene attenuato da alcune ombre vagamente inquietanti: si pensi a quell’ insolita clausola di riservatezza che vincola il giovane marinaio nei confronti della Compagnia oppure al vecchio medico che, mentre visita il protagonista poco prima di partire, lo mette in guardia sui mutamenti interiori che quel viaggio produrrà in lui. Ben presto questi presagi si concretizzano in un viaggio che appare una vera e propria discesa agli inferi. Una volta arrivato in Africa, Marlow conosce la sua missione: raggiungere il signor Kurtz, a capo di una delle stazioni più importanti per la Compagnia e riportarlo indietro poiché gravemente malato. Il viaggio verso Kurtz porta Marlow a guardare negli occhi il male. E’ un viaggio, infatti, verso la ferocia dello sfruttamento coloniale, l’avidità e la sete di potere dell’uomo occidentale. Ed è in questo enorme cuore di tenebra che precipita Kurtz, divenendo irrimediabilmente pazzo. Marlow, invece, riesce a “farcela” e ad arrivare in piedi alla fine di tutto questo orrore, per poi raccontare la sua storia nella nebbia del Tamigi.
Marlowe racconta di aver avuto l'incarico di sostituire un capitano fluviale ucciso dagli indigeni nell'Africa centrale. Si imbarca su una nave francese e, giunto alla stazione della compagnia, vede come gli indigeni muoiano di stenti e di sfruttamento. Dopo un lungo viaggio di duecento miglia sul fiume rintraccia Kurtz, un leggendario agente capace di procurare più avorio di ogni altro. In realtà Kurtz, uomo solo e ormai folle, è quasi morente. Viene convinto a partire, ma muore sul battello che lo trasporta, dopo aver pronunciato un discorso che non può nascondere "la tenebra del suo cuore".
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Elisa Serena 12 ottobre 2009
Un bel libro,difficile,ma bello!Difficile perchè si resta nella costante attesa del "cosa accadrà",un qualcosa che viene svelata sempre solo in parte.Il racconto di Marlow incuriosisce,fa presagire qualcosa di terribile che non viene mai chiaramente raccontato al lettore. Marlow stesso non si svela mai del tutto:a tratti terrorizzato,a tratti quasi accondiscendente con Kurtz che è la rappresentazione stessa del male nascosto nelle foreste africane,è una voce calma e per questo angosciante,che svela il terrore nelle sue ultime parole:"L'orrore!L'orrore!". L'autore ci catapulta in un'atmosfera surreale,sinistra,ma al tempo stesso - e forse proprio per questo - affascinante. E dietro a tutto questo, un'alta società borghese chiusa in un suo mondo che non conosce l'orrore,personificata dalla fidanzata di Kurtz. Bello, da leggere!
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