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Anno edizione: 2013
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«Kurtz era un uomo notevole. Abbastanza acuto da penetrare tutti i cuori che battono nella tenebra.»
Cuore di tenebra fu scritto da Conrad in due mesi, nel 1898, sotto l'influsso della biografia e del mito di Rimbaud. È anzitutto un libro sul viaggio, sulla passione della scoperta di luoghi nuovi. In seguito, la vicenda di Marlow diventa una discesa agli inferi, nel cuore dell'Africa. L'incontro con Kurtz – agente dei mercanti d'avorio, che ha reso brutalmente schiavi gli indigeni – mette il protagonista, e il lettore, a contatto con il "cuore di tenebra": il Male, reso grottesco da quegli uomini che credono Kurtz una sorta di divinità. Ma anche lui è, a suo modo, una vittima della solitudine, della follia, della cultura occidentale che va in mille pezzi quando entra in contatto con l'Altro. La morale del polacco-inglese Conrad è una risposta polemica al russo Dostoevskij: dato che Dio non c'è, difendiamoci da soli contro noi stessi.
Cuore di tenebra è il male. Quello raccontato in questo romanzo di Conrad, è un male totalmente inconsapevole di sé. Romanzo metafora del colonialismo europeo del XIX secolo, per arrivare al cuore di tenebra umano, Conrad ci racconta attraverso la voce di Marlow, la risalita del grande fiume Congo, ci porta dal noto all’ignoto e ci fa giungere in quel mondo selvatico dove ci sono le ricchezze (in questo caso l’avorio) e che è diametralmente opposto per natura e abitudini al “mondo civile” occidentale. Ma Conrad ci fa capire che non c’è nessuna cultura, migliore o peggiore, nessun bene o male. Esiste il cuore umano che è per propria natura selvaggio, assetato di potere e ricchezza. La cultura ha lo scopo di nascondere questa sua natura originaria, preistorica. Ma non appena si trova nel suo elemento primordiale, il cuore umano torna ad essere sé stesso, cioè avido. Questo è l’enigma, questo è Kurtz. Conrad si chiede fin dove si possono spingere gli uomini quando si trovano nelle condizioni di esercitare un potere assoluto? Nell’orrore. Dove si fanno schiavi gli uomini che abitano i luoghi che vengono colonizzati a causa di quello che Marlow definisce “il demone flaccido, pretenzioso e miope di una rapace e spietata follia”. Kurtz è anche il simbolo di un’ignoranza che diventa forza e si nutre con leggende e dicerie: deve nascondersi, per mantenere l’aura di semi divinità, tanto che l’incontro tra Marlow e Kurtz ne disinnesca la forza e ne mostra, l’umana fallibilità. Un romanzo da leggere almeno una volta nella vita.
"Cuore di tenebra" di Joseph Conrad (in inglese, "Heart of Darkness", qui nella traduzione di Ettore Capriolo) è un testo fantastico dove la narrazione si segue con grandi sforzi che vengono costantemente ripagati. "La forza è solo un accidente derivato dalla debolezza di altri", si può leggere all'inizio del libro, quasi come se rappresentasse la premessa d un viaggio nel cuore della tenebra (ma anche del viaggio stesso e del come venirne fuori): La postfazione di Alessandro Baricco completa perfettamente il testo con delle osservazioni molto brillanti su come forma e contenuto si sovrappongano nella narrazione conradiana.
Un classico di quelli che si possono anche evitare di leggere, ma risulta piacevole. L'immersione nel cuore di tenebra è profonda e appassionante, sì, ma anche cruda e.... ruvida, direi. Rovina molto la lettura l'impaginazione un po' (tanto) retrò che ormai affatica il lettore visto che ci siamo (hanno) abituati a non avere le pagine piene zeppe di testo. La cosa peggiore di questa edizione, tuttavia, è la postfazione di Baricco. Se non si ha nulla da dire, alle volte, forse sarebbe il caso di non dire nulla e declinare l'offerta di lavoro. Ad ogni modo, lo ha detto benissimo, come sempre.
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