Delitti contro la fede pubblica

I delitti contro la fede pubblica appaiono oggi sostanzialmente inalterati rispetto al quadro originario del Codice Rocco. Le uniche modifiche significative hanno riguardato il Capo II e in particolare i delitti di cui agli artt. 473 e ss. Anche con riferimento alla responsabilità amministrativa degli enti, nell’ambito del catalogo dei reati presupposto sono stati inseriti esclusivamente i delitti di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento. Ciò nonostante, notevoli sono le questioni problematiche relative a tale settore. In primis, la difficile definizione del bene giuridico tutelato, la fede pubblica, che sin da subito si è dimostrato un concetto evanescente che necessita di una complessa ricostruzione. Ulteriore profilo critico riguarda il carattere particolarmente casistico del Titolo VII, frammentato in innumerevoli fattispecie (si pensi, per tutti, al Capo III), che ha reso ancor più discusso l’inquadramento delle condotte tipiche, dell’oggetto materiale, e, infine, dell’elemento psicologico. Gli scarsi interventi legislativi in materia, pertanto, sembrano quasi rivelare una rinuncia a rimodellare un Titolo così problematico, che suscita, e continuerà a suscitare, accesi contrasti dottrinali e giurisprudenziali.