A Delfzijl, un paesino olandese, il professor Jean Duclos è incolpato dell’omicidio del capitano di lungo corso Conrad Popinga, in quanto trovato con l’arma del delitto in mano. Maigret vi viene inviato di supporto alla polizia del luogo e per l’assistenza all’incriminato, in quanto francese, ma sopratutto famoso per i suoi studi da criminologo. Questo è l’antefatto del poliziesco Un delitto in Olanda, ottavo romanzo di Simenon con protagonista il commissario Maigret. Lo scrittore belga sta ancora affinando le sue indubbie capacità descrittive dell’ambiente e dei personaggi, ma è già assai prossimo al raggiungimento degli eccellenti risultati che gli sono propri. Più che la trama emergono così i fatti e i misfatti di un piccolo mondo borghese che all’apparenza si presenta come paradisiaco, con un ordine perfetto che stupisce, ma che non incanta. Delfzijl è una dorata prigione e sfuggire alle convenzioni che lo regolano è arduo, quasi impossibile; eppure, c’è chi tenta, ma i risultati sono alquanto deludenti e, addirittura nel caso della vittima, nefasti. Il nostro Maigret quasi gigioneggia nel prendere in mano di fatto le indagini, desideroso di scoperchiare un pentolone di ipocrisie, di buone maniere che nascondono il soffocamento di istinti naturali. É quasi superfluo dire che, procedendo in una intricata ricostruzione dei fatti, finirà con l’assicurare alla giustizia il colpevole, ma senza particolare soddisfazione, se non quella di dare una scrollata decisa a un mondo rigido e formale, poi ritornerà a Parigi, pronto a intraprendere altre indagini. Un delitto in Olanda ha il pregio anche di poter essere letto velocemente e quindi di essere l’ideale passatempo di qualche ora, senza che imponga grandi sforzi intellettivi, perché la famosa analisi psicologica dei personaggi, una costante della produzione di Simenon, qui è appena abbozzata, preferendo l’autore dare maggior risalto all’ambiente e all’atmosfera.
Un delitto in Olanda
«Guardi...» mormorò Duclos indicando il paesaggio intorno a loro, il paesino pulitissimo dove tutto era in ordine come nella credenza di una brava massaia, il porto troppo piccolo per riuscire a turbare quell’atmosfera tranquilla e le facce serene della gente con i grossi zoccoli gialli infilati ai piedi. E continuò: «Qui tutti si guadagnano da vivere... Tutti sono felici, o quasi... E, quel che è più importante, tutti controllano i propri istinti, perché questa è la regola, è un dovere se si vuole vivere in una collettività... Pijpekamp può confermarle che i furti sono rarissimi... È vero che, se uno ruba due libbre di pane, non se la cava con meno di qualche settimana di prigione... Nota qualcosa che non va?... Qui non ci sono vagabondi!... Non ci sono mendicanti... È l’ordine istituzionalizzato...». (Le inchieste di Maigret 10 di 75)
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Renzo Montagnoli 13 novembre 2016
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MARA VINCENZA SCROCCA 29 maggio 2009
Un giallo che conferma la capacità di Simenon di costruire una storia credibile, con un ingranaggio perfetto. Godibile.
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