Denti bianchi

Stile di scrittura sublime e ottima caratterizzazione dei personaggi.

Scrittura sapiente e scorrevole che racconta una storia meno interessante dello stile di scrittura. Interessante il melting pot che Smith descrive in modo molto dinamico ma che non mi ha coinvolto e trascinato.

Lettura poco semplice e per questo stimolante. Non è un caso che la scrittura di Zadie Smith sia stata inserita in quella che viene chiamata corrente del “realismo isterico”: tutto è confusione, caos letterario. Lo sfondo è la Londra multietnica e poli culturale degli anni ’80, in cui si agitano conflitti di vario tipo, religiosi, generazionali, raziali, scontri ideologici tra progresso e tradizione, dissidio tra morale e repressione sociale dominante e le aspirazioni dei singoli, i personaggi, tanti, sono tutti ridicoli e caricaturali, il genere del romanzo si alterna tra satira, dramma, riprende episodi storici e personaggi realmente esistiti interpretandoli in chiave romanzesca, sconfina anche nella fantascienza con questo fantomatico Topo del Futuro. I due protagonisti chiave sono il bengalese mussulmano Samad, emblema della ferrea tradizione, e l’inglese Archie, tipico ritratto del proletariato inglese, conosciuti durante la seconda guerra mondiale, convinti che la guerra non fosse finita e rimasti amici per anni. Ed è questa loro amicizia che alla fine avrà la meglio su tutto e sarà il vero valore fondante del libro.