Attraverso due monologhi di pari lunghezza, Isabella Bossi Fedrigotti inscena per il lettore il più classico dei conflitti sororali: da una parte Clara, né bella né brutta, remissiva, obbediente, gravata da un senso di inferiorità nei confronti della sorella che fatica a confessare a sé stessa; dall'altra Virginia, natura vibrante e curiosa, alla perenne ricerca di un senso di identità forte, che si definisce per contrasto e differenza rispetto all'ambiente di provenienza. Come sempre, niente è ciò che sembra: torti e ragioni reciproche vivono e muoiono nell'umbratile territorio del silenzio, dei dialoghi mancati, delle occasioni perdute. Degna di nota la capacità dell'autrice di caratterizzare in modo convincente due psicologie così differenti.




Di buona famiglia
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Tutti i formati ed edizioni

Anno edizione: 1991

Anno edizione: 2013



Descrizione
Virginia, la maggiore, Clara, la minore. Due sorelle di buona famiglia: lezioni di pianoforte, solidi principi religiosi e morali (almeno in apparenza), vita morigerata. Ma anche due esistenze che impercettibilmente si separano, si fronteggiano per poi scontrarsi nella crudele tortura del silenzio. E da questo silenzio si leva la voce di Clara: la pacata, saggia, riflessiva Clara. Vittima di giochi d'amore che l'hanno sempre e solo sfiorata, avvolta in ricordi di un tempo remoto e - forse - felice, custode di stanze, mobili, sapori che sono stati, per lei, porto sicuro e quieto nella tempesta del vivere. Ma quando i tasselli della verità sembrano ormai dolcemente composti, ecco la voce di Virginia: l'irrequieta e volitiva Virginia, ribelle nell'animo e nei gesti, in fuga da un mondo che invece l'ha incatenata, rendendola prigioniera di sogni sempre più simili a incubi, a rivelazioni che nessuno, soprattutto Clara, vuole conoscere. Allora, mentre la storia ufficiale - quella delle guerre mondiali, del fascismo, del benessere conquistato e ottuso - travolge cose e persone, noi ascoltiamo queste due donne e le loro confessioni: piccoli fatti che si moltiplicano come in un gioco di specchi, materializzandosi per poi sparire sepolti dal dolore e dall'incomprensione. Ascoltiamo cercando di capire, di credere magari a entrambe ma soprattutto di non giudicare, perché la vita di Clara e Virginia, come la nostra, è fatta di frammenti che non riescono a congiungersi...
Dettagli
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:12
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Anno edizione:1991
Valutazioni e recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Tàina Ranci 22 novembre 2016
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Le prime pagine portano a una nostalgia ben lontana dal lettore che, con un'ottima descrizione del personaggio e del suo mondo, si ritrova catapultato nel libro. Il distacco dalla vita, dalle scelte e sì, anche dalla famiglia, di Clara fanno già comprendere la sua visione, ciò che l'ha condotta a disprezzare quello che non ha mai ottenuto. La sua parte conduce il lettore a percepire la sorella Virginia come l'antagonista del racconto, ma c'è da ricredersi. Ottimo libro. Dedurrei una morale che tende ad aprire le conversazioni laddove c'è il silenzio e l'odio verso qualcuno, un odio che porta, poi, alla solitudine.
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CLAUDIA TOSI 05 agosto 2010
Per me, è il suo libro migliore. Attendo con ansia l'uscita del suo ultimo capolavoro ( spero lo sia )
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Conosci l'autore

Isabella Bossi Fedrigotti
1948, RoveretoGiornalista e scrittrice italiana con madre austriaca.Ha esordito nella narrativa nel 1980 con Amore mio, uccidi Garibaldi (Longanesi; Tea 1991). Con il secondo romanzo, Casa di Guerra (Longanesi 1983) è stata finalista al Premio Strega ed al Campiello. Il successo al Premio Campiello è arrivato nel 1991 con il terzo romanzo, il bestseller Di buona famiglia (Longanesi; Tea 1993). Del 1996 è Magazzino vita (Longanesi; Tea 1998), a cui hanno fatto seguito Il catalogo delle amiche (Rizzoli 2001), La valigia del signor Budischowsky (Rizzoli 2003), Il primo figlio (Rizzoli 2008), Se la casa è vuota (Longanesi 2010).
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