Di notte a Gerusalemme
Anni fa andai a Gerusalemme, un viaggio desiderato e sognato da molto tempo. Dalla hall dell'albergo Mount Zyon, da una piccola vetrata, mi appariva la magica immagine notturna della Città Vecchia, le sue mura, i suoi colori dorati, le Torri, la valle di Josafat. Ogni sera, prima di andare a letto e fino a notte inoltrata, mi piaceva stare solo davanti a questa vetrata dove la mia mente e la mia fantasia - come in trance davanti a questa città d'oro, di rame e di luce, l'omphalos, l'Umbilicus mundi - si misero a vagare da cielo a cielo, da spirito a carne, da ragione a sentimento, da possessione estatica a riflessione sul sacro (e sul profano). E, di salmo in salmo, me ne venne in mente uno che cantava: "Se ti dimentico, Gerusalemme, si secchi la mia mano destra (...)". Da qui hanno preso corpo i pensieri di questa silloge...
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Anno edizione:2016
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