Diario dalla galera - Imre Kertész - copertina
Diario dalla galera - Imre Kertész - 2
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Diario dalla galera
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Descrizione

«Cresce in me l'esigenza di testimoniare, come se fossi l'ultimo che vive e che può proferire parola, e come se con le mie parole mi rivolgessi a coloro i quali sopravvivono al diluvio, alla pioggia sulfurea o all'era glaciale – il tempo biblico dei grandi e dannosi cataclismi, il tempo dell'ammutolimento. Il genere prende il posto dell'uomo, il singolo viene calpestato dal collettivo come un selvaggio branco di elefanti inorriditi.»


Dal 1964 Imre Kertész ha tenuto questo Diario, pubblicato per la prima volta in Italia nel 2009. È il suo libro più intimo e rivelatore. Lo scrittore premio Nobel vi si abbandona completamente: lascia traccia delle sue indecisioni, delle sue sconfitte, dei suoi dubbi; ma riaffiorano, rapidi e fulminei, anche i ricordi più crudi della sua detenzione nel campo di concentramento di Auschwitz; c'è l'invasione russa di un'Ungheria appena uscita dal conflitto mondiale e già vessata da un nuovo totalitarismo; quindi il crollo del comunismo; le residue speranze di uno scrittore e di un popolo in una Europa nuova. Infine le pagine straordinarie dedicate alla madre che lo sta per lasciare. Ovunque, a ogni passo, è un palpitare di riflessioni, esperienze vissute, improvvise accensioni, amori letterari, cadute, passioni. Il Diario non è solo il racconto di un secolo sconvolto dalla furia umana, ma anche la chiave d'ingresso al mondo interiore di un grande scrittore.

Dettagli

Tascabile
21 settembre 2022
272 p., Brossura
Gályanapló
9788830109704

Conosci l'autore

Foto di Imre Kertész

Imre Kertész

1929, Budapest

Romanziere e saggista ungherese, nel 2002 è stato insignito del premio Nobel per la letteratura. Di origini ebraiche, nel 1944 subì la deportazione ad Auschwitz e Buchenwald, da cui fu liberato dopo un anno. Per la manifesta avversione al regime comunista, fu licenziato dal quotidiano per il quale lavorava; per sopravvivere si dedicò alla traduzione (Freud, Nietzsche, Canetti, Wittgenstein), iniziando contemporaneamente la stesura del romanzo che lo impegnerà per circa dieci anni: Essere senza destino, in cui narra l’esperienza di un quindicenne deportato ad Auschwitz che, in un’ottica di aberrante alienazione dettata dallo spirito di sopravvivenza, riesce ad adattarsi agli orrori del campo. L’opera, rifiutata per anni dagli editori e pubblicata...

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