Un libro particolare, che fa riflettere e ridere allo stesso tempo. Molti aneddoti e situazioni rimangono impressi per sempre nel lettore.
Don Chisciotte della Mancia
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«E così, a forza di dormir poco e di legger molto, gli si prosciugò talmente il cervello, che perse la ragione. Gli si riempì la fantasia di tutto quello che leggeva nei suoi libri: incanti, litigi, battaglie, sfide, ferite, dichiarazioni, amori, tempeste e stravaganze impossibili.»
Don Chisciotte è il simbolo della cieca fede in un ideale che resiste a qualunque oltraggio, il suo scudiero Sancho invece l'allegoria vivente del buon senso, della concretezza anche ingrata del reale. Ma il romanzo di Cervantes si presenta come opera ben più stratificata e complessa, impossibile da costringere nei limiti di questa stilizzazione unilaterale: è insieme una galleria dei generi letterari del suo tempo, dalla poesia d'amore al romanzo picaresco alla novella pastorale; lo specchio del controverso passaggio dagli ideali di armonia e misura rinascimentali alla follia inventiva del Barocco; ma anche e soprattutto una riflessione senza tempo sulla natura umana e sulle sue ineliminabili contraddizioni.
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Autore:
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Edizione:2
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Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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GretaZ 24 gennaio 2024Da leggere
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LuigiAmendola 04 dicembre 2022Siamo in grado di parlarne?
È lecito al giorno d'oggi, dopo quattro secoli, parlare del don Chisciotte? È lecito per noi "moderni" prendere la parola su uno degli archetipi del romanzo moderno? Anzi, no, sul PRIMO romanzo moderno? "Il don Chisciotte" è una delle più alte creazioni del genio umano, coi suoi errori, le sue stravaganze, la sua faciloneria in alcuni punti. È un'opera che per portata si può paragonare alla Bibbia, alle saghe di Iliade e Odissea, agli scritti di Darwin, alla teoria della relatività: è un punto di svolta nella storia dell'uomo. Cervantes ci ha donato un personaggio che ha travalicato i secoli, nonostante in apparenza sia solo un matto. Egli abbatte un muro sino ad allora solidissimo ed eliminando nella sua follia ogni tipo di freno si addentra in territori inesplorati. Don Chisciotte leggeva troppo e la lettura gli aveva dato alla testa. Era un sognatore, un patito, un folle. Oggi non si faticherebbe ad identificare la malattia mentale di cui soffriva, ma è davvero solo questo? Intorno a lui l'autore ha costruito un universo di altri personaggi, ma soprattutto una realtà parallela di evasione. Di luce riflessa, ma con piena dignità umana e letteraria passa il vaglio dei secoli anche il personaggio del suo scudiero, Sancho Panza, a tutt'oggi emblema di fedele servitore per antonomasia. E indimenticato resta Ronzinante. Inutile citare l'episodio della lotta contro i mulini a vento, ormai entrato nell'immaginario collettivo, le appassionate lettere a Dulcinea del Toboso, l'elmo di Mambrino: Don Chisciotte si muove ed agisce in un mondo che è solo nella sua testa, e il suo scudiero lo segue come per atto di fede. Una lettura che almeno una volta nella vita andrebbe fatta, come omaggio ad uno dei servi del sapere che ha fatto nascere l'uomo moderno.
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Pignetralepagine 10 aprile 2022Classico intramontabile
In questo romanzo, Cervantes introduce diverse novità stilistiche e delinea tutti i tratti di un romanzo moderno: non più gli eroi senza macchia e senza paura dei romanzi medioevali ma personaggi a tutto tondo con le peculiarità. Il protagonista è un proprietario terriero della Mancha di nobili origini ma ormai decaduto che trascorre il suo tempo leggendo romanzi cavallereschi, sognandone le imprese. Un giorno afoso decide che è giunto il momento di diventare un vero cavaliere come i suoi eroi e, traendo spunto dai romanzi più importanti, completa la check-list del bravo cavaliere: avere un nome da cavaliere, uno scudiero, una cavalcatura e una dama a cui dedicare le imprese. Così parte in cerca di fortuna ma, se le imprese si nascondono, un bravo cavaliere se le crea: i suoi amici (e la legge) però non vedono di buon occhio le sue azioni e cercano di farlo rinsavire in tutti i modi. Il tutto però è solo un pretesto per Cervantes che sfrutta il filo conduttore delle imprese del cavaliere per raccontare innumerevoli storie di personaggi, oltre a usi e costumi del tempo. Il romanzo rende il mondo creato da Cervantes vivo e ricco, invogliando il lettore a tuffarsi e non uscire più.
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