Dopo la guerra - Philippe Claudel - copertina
Dopo la guerra - Philippe Claudel - 2
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Dopo la guerra - Philippe Claudel - 4
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Letteratura: Francia
Dopo la guerra
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Descrizione

«Gli venivano dati degli ordini. Lui li eseguiva. Non si era accorto dell'arrivo del caos. Il grande meccanismo si era disintegrato.»

«La storia, la guerra, la perdita. Un romanzo potente in cui Claudel dirige i personaggi con estrema maestria.» - Le Figaro

«In Claudel è subito riconoscibile l’umanità, una forma di generosità e di modesta, di attenzione verso l’altro che trasparem nei suoi libri». - Paolo Cognetti

«Claudel rende sempre universali i contenuti mantenendo elevata la forma. Con i suoi romanzi riesce a interrogare le coscienze». - Gabriele Romagnoli, la Repubblica


Cosa lega, in questo romanzo-mosaico, le vite dei protagonisti? Un nome, una fotografia, un ricordo spalancato su una fossa comune, un pittore che non vuole più dipingere? La risposta potrebbe essere, per usare le parole di Claudel, «La guerra, che è la più volgare incarnazione del caso». Siamo in Germania, guardiamo le cose dalla parte degli sconfitti, la guerra è finita e rimangono le macerie, nei profili delle città distrutte e nelle storie dei sopravvissuti. Mentre riecheggiano i temi della memoria, della colpa e della storia, lo scrittore si fa strumento, egli stesso più o meno consapevole, di un dispiegamento di destini, e chiama noi lettori a parteciparvi, per diventare scrittori noi stessi. E noi lo facciamo sapendo di approfittare di una scrittura magistrale, di un dominio assoluto dei registri narrativi, di una capacità di calarsi nei personaggi e poi, con un improvviso colpo di reni, di guardarli da fuori: un invito a leggere in questa chiave «le nostre vite, che a noi pare di conoscere ma che padroneggiamo malissimo e che possono, secondo l'angolazione della luce con cui le illuminiamo, prendere molteplici riflessi».

Dettagli

144 p., Brossura
Fantaisie allemande
9788833316499

Conosci l'autore

Foto di Philippe Claudel

Philippe Claudel

1962, Dombasle-sur-Meurthe

Affermato scrittore e sceneggiatore, nel 2003 ha raggiunto il sueccesso internazionale con "Le anime grigie" (Ponte alle Grazie, 2004) che è stato tradotto in trenta paesi e ha vinto il Prix Renaudot nel 2003 e il premio per il miglior libro dell'anno di "Lire". Gli altri suoi titoli, pubblicati in Italia da Ponte alle Grazie, sono "La nipote del signor Linh" (2005), "Io me ne vado" (2007), "Il rapporto" (2008), vincitore del Goncourt des Lycéens nel 2007, "L'inchiesta" (2012) e "Profumi" (2013). Nel 2008 ha esordito come regista cinematografico con il film "Ti amerò sempre", replicando nel 2011 con "Non ci posso credere", con Neri Marcorè e Stefano Accorsi.

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