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La nostra guerra 1940-1945. L'Italia al fronte tra bugie e verità
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La nostra guerra 1940-1945. L'Italia al fronte tra bugie e verità - Arrigo Petacco - ebook
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nostra guerra 1940-1945. L'Italia al fronte tra bugie e verità
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Descrizione


Sulla soglia di questo saggio, denso di fatti e rapido di passo, Arrigo Petacco ha posto un esergo: «Quando comincia una guerra la prima vittima è sempre la verità. Quando la guerra finisce le bugie dei vinti sono smascherate, quelle dei vincitori diventano Storia». È quasi un'epigrafe, un memento utile per chi si appresta ad attraversare leggendo anni tumultuosi e a volte confusi, coperti prima dal segreto militare e poi, nel dopoguerra, dalla cortina fumogena della "versione ufficiale". Il secondo conflitto mondiale, scoccato all'insegna della guerra-lampo (Mussolini disse a un timoroso Badoglio: «La guerra finirà in fretta. Io ho solo bisogno di un certo numero di morti per sedere al tavolo della pace»), si sarebbe invece trascinato per anni, scatenando in Italia quella che ormai viene quasi da tutti considerata una guerra civile. Ma, ci ricorda Petacco, bisogna evitare ogni ricostruzione consolatoria: gli italiani non furono vittime innocenti, gettate nel tritacarne bellico da un megalomane Duce. Ci fu un'intera classe politica, militare, economica e intellettuale che prima acclamò Mussolini e poi, una volta prossimi alla fine, lo spacciò come unico responsabile del disastro; e anche il popolo minuto, gli operosi cittadini del fascio, furono parte attiva di questa epopea e di questa disfatta. E allora oggi, mentre molti sbandierano un revisionismo di comodo, vale la pena ri-raccontarla, questa storia: i giorni dell'Impero e dell'esaltazione propagandistica, cui il popolo spesso partecipò con slancio, e i giorni del disonore e della sconfitta, di un esercito impreparato mandato allo sbaraglio, povero di mezzi e ricco di coraggio. Raccontare un paese in cui eravamo tutti fascisti e all'improvviso diventammo tutti antifascisti, una nazione che passò dall'Asse agli Alleati, attraverso l'umiliazione e la violenza di un'invasione. La nostra guerra non vuole essere programmaticamente una controstoria: preferisce fare un passo indietro e ricostruire, con rigore e passione, attraverso lettere e comunicati, dispacci e testimonianze, la cronistoria equilibrata e il più possibile onesta di questa guerra, che ha attraversato il nostro paese dal Nord al Sud, che ha coinvolto soldati e massaie, generali e contadini, al punto che i civili stessi si trovarono a impugnare le armi. Una guerra che è nostra, nel bene e nel male: è giunto il momento di riappropriarsene.
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Dettagli

Testo in italiano
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
378 p.
Reflowable
9788851141042

Valutazioni e recensioni

Renzo Montagnoli
Recensioni: 4/5

Il 10 giugno 1940, dal balcone di Palazzo Venezia, Benito Mussolini annunciò all’Italia che le dichiarazioni di guerra erano state consegnate agli ambasciatori di Francia e Gran Bretagna; dalla folla che gremiva l’immensa piazza si levò un unanime urlo di consenso. Certo, nella moltitudine moltissimi erano i fascisti di provata fede, ma è anche vero che alla luce delle impressionanti vittorie dell’alleato tedesco si era convinti che il conflitto potesse avere brevissima durata e con esito a noi ampiamente favorevole. Lo stesso Duce aveva questa convinzione, benchè sapesse della nostra impreparazione; quindi giocò d’azzardo e, come sappiamo, perse e con lui persero tutti gli italiani, gravati da una guerra disastrosa e terrificante. Quindi Mussolini, nel mentire al popolo sulle nostra capacità belliche, mentì anche a se stesso e del resto, come ebbe a dire Churchill, in tempo di guerra la verità è così preziosa che bisogna nasconderla dietro una cortina di bugie. In tutti i conflitti, anche quelli in corso, questa massima è puntualmente rispettata, ma se ce fu uno in cui divenne pratica comune fu proprio quello del 1940 – 1945. In un regime che viveva di menzogne queste, a maggior ragione, erano continue durante la guerra, ma sarebbe un errore attribuire le colpe unicamente al Duce, che pure restano e sono gravissime, in quanto ampie responsabilità sono attribuibili alle classi politiche, militari, economiche e anche intellettuali, animate da una fiducia incondizionata in Mussolini, trasformata in occulta e anche palpabile avversione quando le cose cominciarono ad andare male. Insomma, senza voler troppo polemizzare, il ventennio e la guerra ci sono stati perché hanno trovato il terreno di coltura idoneo in un popolo ben poco socialmente unito, con ampi strati volti a coltivare illusioni, salvo poi, quando si rivelano tali, scaricare tutte le colpe su chi le ha propinate. Arrigo Petacco, con la sua scrittura semplice, ma efficace, scrive la storia di questi cinque anni di guerra con un ritmo incalzante, senza ricorsi alla retorica e cercando di far luce sulle tante menzogne dell’epoca; certo, parlare a posteriori di questo tragico evento può sembrar facile, anche per i numerosi studi effettuati nel dopo guerra; quello che è difficile é l’essere imparziale nei giudizi e mi sembra che l’autore lo sia stato, volto a togliere ogni mito, perfino quello della Resistenza, pur attribuendole un valore rilevantissimo. La realtà è ciò che vediamo, la verità è quello che spesso non riusciamo a scorgere; Petacco non ha la pretesa di portare agli occhi del lettore la verità assoluta, ma solo quella di fare un po’ più di chiarezza, perché capire ciò è effettivamente accaduto è l’unico modo, poi, per mettere in pratica tutto quanto necessario affinché non si ripeta. Il libro é appassionante, e spesso si legge come un romanzo, con un palcoscenico su cui trovano posto tutti i grandi dell’epoca, ma anche i popoli e gli eserciti, in un dramma intenso e che coinvolge emotivamente fino al suo epilogo. I

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Arrigo Petacco

1929, La Spezia

Arrigo Petacco (Castelnuovo Magra 1929 - Porto Venere 2018), è stato un giornalista e inviato speciale, direttore della «Nazione» e di «Storia illustrata». Scrittore e saggista molto prolifico, ha sceneggiato numerosi film e scritto diverse trasmissioni televisive a tema storico per la Rai. Nel suo lavoro di giornalista, per il quale nel 1983 ha vinto il Premio Saint Vincent, ha avuto modo di intervistare alcuni tra i protagonisti della Seconda guerra mondiale. Tra i suoi libri, in cui affronta tematiche storiche spesso intrise di mistero e ribalta verità giudicate incontestabili, ricordiamo Joe Petrosino (1978, da cui è stato tratto uno sceneggiato Rai), Dear Benito, caro Winston. Verità e misteri del carteggio Churchill-Mussolini (1985),...

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