(Bologna 1728-1804) commediografo italiano. Aristocratico, di formazione illuminista, fu aperto a idee riformatrici e filantropiche, ma di fronte alla rivoluzione francese assunse un atteggiamento decisamente ostile. Si occupò di teatro come autore, traduttore e attore dilettante. Nelle sue commedie (raccolte nei 5 libri del Nuovo teatro comico, 1774-78) satireggiò la società retriva del suo tempo e gli ambienti nobiliari, scostandosi dai moduli della commedia all’improvviso: partecipò così attivamente al tentativo di rinnovare il teatro comico, sull’esempio di Goldoni, di cui fu amico, e al quale dedicò L’amor finto e l’amor vero (1760). Fu amico anche di Alfieri e corrispondente di Voltaire.