I giorni del giudizio

Inizialmente ho fatto un po' di fatica ad appassionarmici...ma dopo poco tutto viene a galla: una scrittura magistrale ed un'ottima caratterizzazione dei personaggi con grandi riflessioni di tipo morale. La struttura è abbastanza cinematografica...al riguardo, per capirne di più, basta cercare chi è l'autore.

Esther viene trovata morta e con lei, qualche centinaio di metri più in là, il suo presunto amante. Sono chiamati a fare da giudici popolari nel processo tre uomini e tre donne che sono i reali protagonisti di questa storia. Queste sei persone sono diverse per età, condizioni economiche, mentalità, modo di vivere. Viene narrata la vita di ciascuno e si analizzano le dinamiche che si presentano man mano che il processo va avanti. C’è di tutto ma la storia è plausibile e ci fa conoscere anche le regole che sono alla base di un processo in Corte d’Assise. La lettura è piacevole e scorrevole . Come sempre Simi ha un tocco di originalità. Buono.

Torno a ricordare l'intervento del Maestro (Camilleri) al convegno "Scrittori e critici a confronto" all'Università 3 di Roma nel 2003, volto a "sdoganare" il racconto giallo come narrazione di genere, attribuendogli pari dignità letteraria a quella delle grandi opere. Non mancarono in quell'intervento le citazioni di autori e opere a suffragio del predetto assunto. Ecco, in tale ambito ,il Maestro avrebbe ricompreso certamente Gianpaolo Simi e questo suo ultimo romanzo. La struttura narrativa, la fluidità del periodare, lo studio dei personaggi, la puntuale tracciatura psicologica e socioeconomica, la tensione drammaturgica e l'affresco del contesto giudiziario costituiscono i pilastri di questo trionfo letterario, e poco rileva una prevalenza di ........colore giallo.