Leaving

Adoro i libri della Picoult, perchè ogni volta imparo qualcosa. I suoi primi libri erano incentrati sulle malattie di cui soffriva il protagonista o uno dei familiari, gli ultimi due libri (questo e La solitudine del lupo) raccontano abitudini e caratteristiche degli animali (rispettivamente elefanti e lupi). Leaving è davvero un romanzo molto bello e commovente.

Ho letto tutti i suoi libri e non ce n'è uno che non sia almeno 'bello'. Questo non è il PIÙ' bello ma è comunque molto valido. Mi ha ricordato La solitudine del lupo, soprattutto per l'importanza che gli animali (là il lupo qui gli elefanti) ricoprono nella trama e per il rapporto genitore-figlio presente in entrambi i libri. Leaving però è un po' atipico, perché in questo caso non c'è la parte legata ai due schieramenti e al processo, come spesso accade nei romanzi della Picoult, ed è presente una spruzzata di paranormale. Procedendo nella lettura, ho incontrato alcuni passaggi che proprio non riuscivo a capire né a spiegarmi logicamente ma verso la fine della storia c'è un colpo di scena che mi ha davvero spiazzata perché assolutamente inaspettato (almeno per me) e che dà un giro di vite a tutto il romanzo e a quel punto, come per magia, ogni cosa diventa chiara e ogni passaggio della storia si incastra perfettamente.

Anche questa volta ci troviamo davanti ad un libro complesso, sia dal punto di vista strutturale della storia sia dal punto di vista emotivo. L'autrice anche in questo romanzo riesce a mantenere sempre viva l'attenzione del lettore: la trama è intelligente e affascinante, la storia ti incolla alle pagine e se da una parte non vedi l'ora di vedere cosa succede, dall'altra vorresti non finisse. Molto bello è il parallelismo tra la vita e il mondo degli elefanti e quello degli esseri umani anche se forse l'autrice si è dilungata un po' troppo sulla descrizione di questi animali a discapito della narrazione che così diventa un po' lenta. Comunque è un bel libro.