Ambientato a Lipsia, prima e dopo la caduta del muro di Berlino. E' la storia di Daniel e del suo gruppo di amici, del loro passaggio dall'adolescenza all'essere adulti, attraverso dei flashback che, in stile "Pulp Fiction", spostano il lettore in avanti o indietro nel tempo. Un gruppo di ragazzi che pensava di poter conquistare il mondo ma che è stato conquistato dalla vita. Storie di maltrattamenti, droga e delinquenza in una Germania sconfitta, arretrata e confusa. Un romanzo di formazione che ha i caratteri dell'informazione. Assolutamente da leggere.
Eravamo dei grandissimi
Saltando da un piano temporale all’altro, l’autore ci presenta la Lipsia delle case occupate, degli incontri clandestini di boxe, degli hooligan, delle prime discoteche e delle bevute disperate con la profondità e la poesia di chi quegli anni li ha amati a carissimo prezzo, vedendo perdersi uno dopo l’altro i propri amici d’infanzia e sgretolarsi, a poco a poco, il mito dell’Ovest.
«Un libro commovente. Un monumento ai ragazzi di allora. Un pezzetto di magia.» - Sten Nadolny
«Ogni volta ho pensato ecco, è esattamente questo che un romanzo indimenticabile dovrebbe fare.» - Paolo Giordano, Corriere della Sera
«Si legge con il fiato sospeso e gli occhi sgranati.» - Alessandra Iadicicco, La Lettura
Daniel, Mark, Paul e Rico sono cresciuti come “pionieri” nella Germania dell’Est. Sono gli ultimi anni prima della caduta del muro e sogni e illusioni sono amplificati dal mito dell’Ovest a portata di mano. Con la riunificazione delle due Germanie anche la loro vita cambia trasformandosi in una folle corsa fatta di furti d’auto, alcol, paura e rabbia. Clemens Meyer ci regala un romanzo sulla generazione a cavallo della caduta del muro raccontata alla Trainspotting con la schiettezza di chi allora cercava di sopravvivere e di inventarsi un futuro nel selvaggio Est.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Anno edizione:2025
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Giada Caparrotta 08 marzo 2017
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paola loredana rinaldi 01 marzo 2017
uesto è un romanzo che racconta un’epoca intera (quattro amici adolescenti, Lipsia che è ancora Germania Est, fine Anni 80 e quindi il crollo del Muro con le immediate conseguenze) e insieme un momento unico dell’esistenza di ciascuno, il passaggio all’età adulta, quando ancora si vive per gli amici e per poco altro. Il titolo originale ha a che fare coi sogni, ma questo italiano è più suggestivo: non solo Daniel, Mark, Paul e Rico, sono tipi tosti, grandi appunto, che si divertono come pazzi, tra legalità e illegalità, in una terra che sembra il Far West, con le sue drammatiche contraddizioni e un paesaggio che sembra presagire il cambiameto; ma, a ben vedere, sono anche degli Dei:si credono invincibili, onnipotenti, senza limiti. Solo gli adulti, infatti, devono fare i conti con le sconfitte e con i confini, e da questa prospettiva del dopo, Daniel ricorda quando lui e i suoi amici non avevano ancora ricordi ma solo sogni. Meyer è pur lui un grandissimo, lo capite dalle prime cinque righe del romanzo, e ne sarete ancora più convinti quando leggerete o meglio vi lascerete passare davanti agli occhi i fotogrammi che compongono questo film di carta proiettato sulle rovine del Muro, prendete “Palast Theater” o “Eastside story”, la cui dimensione onirica è ancora più sorprendente che in altre parti del romanzo
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