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Su un esito estetico sbocca l’analisi dell’ontologia della “Natura” dell’ultimo Merleau-Ponty. Essa mostra in che modo sia l’arte a rivelare questo essere originario che resiste al soggetto, individuando un percorso in grado di giustificare la presenza della pittura nel circuito reversibile che unisce corpo-uomo-natura. Una ricognizione critica che, estendendo la portata teorica del concetto di “indiretto”, si interroga sulla possibilità di un risvolto ultimo del paradigma naturale dell’arte, ovvero sull’ipotesi di un’ ‘estetica indiretta’. Il recupero della Natura attraverso l’arte si basa su una presa d’atto filosofica necessaria per Merleau-Ponty: la filosofia deve rifondarsi come coscienza acuta della non-filosofia, ripartire dal suo altro; una totale trasformazione. Dunque, «L’arte aiuta la filosofia» a trasformarsi.
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