Fede amore speranza. Una piccola danza macabra
«Tutte le mie pièce sono tragedie – se diventano comiche è perché sono inquietanti». “Fede amore speranza” fa esempio di quanto sostiene Peter Handke: che rispetto al teatro di un altro cantore del popolo e delle ingiustizie, Bertolt Brecht, quello di Horváth è esente da manierismo, e nel disordine ha saputo esprimere al meglio malvagità, angoscia e confusione della società. Per pagare vecchi debiti, Elisabeth deve trovare centocinquanta marchi. Le tenta tutte, tra cui vendere il proprio corpo all’Istituto di Anatomia; riesce a spuntare un prestito da un dipendente dell’istituto, che per un equivoco la crede di famiglia più altolocata. Ma il malinteso viene svelato e Elisabeth finisce in carcere per truffa. Finché l’agente di polizia Alfons, rivedendo in lei la fidanzata morta, se ne innamora. Scritta durante l’ascesa di Hitler al cancellierato – che entra a far parte della trama stessa – fu impossibile metterla in scena, e venne pubblicata per la prima volta nel 1937. Qui in una nuova traduzione, e con la curatela di Nino Muzzi.
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Anno edizione:2021
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