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Da una storia vera, un grande film pieno di verità sulla vita di Micky Ward, The Irish Fighter
A Lowell, nel Massachusetts, se vuoi scappare da una vita di sacrifici e disoccupazione c'è solo il ring. Micky Ward campa asfaltando strade ma spera di diventare il pugile che avrebbe potuto essere il fratellastro Dicky Eklund prima di incontrare il crack. Però la rincorsa verso il titolo mondiale è tutt'altro che facile: bisogna tenere a bada l'invadente mamma-manager, sette sorelle, un'esplosiva fidanzata e soprattutto il fratellastro Dicky che finisce in galera.
I due fratelli non si arrendono e uniscono le forze per conquistare il titolo che per entrambi è rimasto troppo a lungo un sogno proibito. Il combattimento non sarà solo sul ring ma soprattutto fuori, contro pregiudizi e sfortuna.
Lavorando nelle condizioni più difficili, lotteranno per riscattare un passato di errori e restituire a una comunità sbandata ciò che da troppo tempo le manca: l'orgoglio e la fiducia nei propri ragazzi.
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Come spesso accade il cinema USA è affascinato dalle famiglie disfunzionali, ancor meglio se provenienti da un piccolo centro rurale, in tal caso del Massachusetts, noto per aver dato i natali a due fratellastri che hanno saputo rimettere la città di Lowell sulla carta geografica. Dicky, pugile passato a fumare crack che però ha le capacità per indicare la strada al fratello Micky. Il primo a un passo dal titolo dei pesi Welter prima di passare ad allenare il fratellastro forse non dotato del suo stesso talento, ma di certo munito di più spirito di sacrificio. A impersonare i due, incapaci di vivere l'uno senza l'altro, ci pensano due pesi massimi del mondo di Hollywood: Christian Bale, che si è privato di ben 30 chili per assumere le sembianze di uno sportivomolto più leggero di lui. E Mark Whalberg, con una nuova relazione costruita con fatica con una barista interpretata da Amy Adams in grado d'incarnare un carattere combattivo e mai domo, avvolto e travolto da una famiglia numerosa capeggiata dalla madre - agente: Alice (Melissa Chessington Leo). O. Russell, autore di sbanca botteghini apprezzati anche dalla critica, pone il film nel solco del cinema sportivo riguardante la "nobile arte" del pugilato, forse la migliore disciplina in termini di resa sul grande schermo, a causa della drammaticità delle storie narrate: da Lassù qualcuno mi ama a Toro Scatenato, passando per Rocky Balboa. Creando anche in questo caso e come si conviene, per uno sport che esce dalle strade, un castello di dubbi e domande attorno alla famiglia Ward - Eklund e al legame di sangue indissolubile che ha sempre imposto a Micky di non abbandonare il fratello al proprio destino. Pellicola capace di portare al premio Oscar come migliori non protagonisti, sia un Bale camaleontico, sia la Chessington Leo. Da vedere se si amano le storie a lieto fine di redenzione e scalata al successo ma da vedere anche per respirare l'aria di un'America ben distante dai centri patinati dal potere.
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