Bel libro. Regazzoni, professore di filosofia, riesce a mettere sotto un'altra luce il mondo delle serie televisive. Non solo un passatempo ma anche oggetto di studi (in questo caso da parte della filosofia). Libro consigliato a chi è un po' scettico nei confronti della bellezza delle serie tv e che magari leggendolo cambierà idea e inizierà a comprendere la maestosità di Lost. Per chi, invece, ha seguito Lost che dire... un ulteriore analisi all'opera più bella nel mondo delle serie televisive degli ultimi 10 anni!
La filosofia di Lost
Un luogo tra la vita e la morte, tra fiction e realtà. Questo è Lost. Ciò che si trova alle radici stesse del domandare. Perché l'Isola non da risposte, non possiede la verità. Piuttosto, ne incarna l'enigma. E lo fa con una narrazione al contempo complessa e popolare, sfruttando i canali aperti dalla transmedialità, dilatando all'infinito l'orizzonte della partecipazione. La serie tv creata da J.J. Abrams e Damon Lindelof è a tal punto legata alla filosofia che alla filosofia non restano che due scelte. Spiare da dietro il buco della serratura il dispiegarsi di quello che è, a tutti gli effetti, un mondo. Oppure accantonare ogni falso pudore, ed esplorare l'Isola. Simone Ragazzoni sceglie questa seconda via, e s'imbarca a bordo del volo 815 col preciso intento di precipitare insieme a Jack, John, Kate, Hurley, Sayid, Sawyer. E a tutti i fan della serie. Accampato sulla spiaggia o perso nella foresta, l'autore de "La filosofia di Lost" apre botole, progetta mappe, sfida mostri e ridicolizza pregiudizi. Naufrago tra i naufraghi, decide di far abitare al discorso filosofico lo spazio dell'erranza. Qualcuno, certo, storcerà il naso. Ci vuole tempo per sentirsi perduti. L'Isola ce l'ha. La filosofìa anche. E tu?
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:2
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Anno edizione:2009
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ANGELICA DADOMO 02 settembre 2010
Anche la fiction merita di essere analizzata con le categorie più sofisticate che il pensiero occidentale ci ha messo a disposizione nè si deve avere paura di mescolare cultura alta e cultura bassa e questo è pacifico. In particolare le suggestioni fornite sulla nozione di verità a partire dal racconto della serie potrebbero fornire ottimi moventi all'indefinitezza (alla critica mancanza di tutte le spiegazioni) del finale agli autori. Come era auspicabile, dato che il libro è uscito quando ancora mancavano due serie alla chiusura, è stato creato un blog ad hoc che tenesse conto delle riflessioni con il proseguire delle puntate, ovviamente me lo vado a leggere subito qui: http://lafilosofiadilost.blogspot.com/
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