Insieme di storie vere, di donne che hanno avuto la forza di esporsi e non tutte sono riuscite a farcela. Ai miei occhi non è solo questione di cosca mafiosa, il problema è che sono organizzate e inventate da uomini perchè sono sempre stati loro ad avere potere. È un libro che consiglio per spiegare in modo diretto a chi si lamenta del femminismo cosa si intende per patriarcato. Quali sono le regole e come le donne vengono trattate e uccise per non ledere l'onore, come i figli vengano sempre usati per controllarle, come non possano neanche uscire di casa se non accompagnate, come la colpa vada a loro per un tradimento. Oggetti dimenticabili su cui si fanno guerre e, purtroppo, nulla cambia solo il contesto. Non tutti sono mafiosi ma tutti sono uomini e pochi non rispondono degli stessi comportamenti. Fate meno meme sessisti e ascoltate di più le nostre paure. In queste pagine si sofferma su ogni tipo di violenza con un augurio che le fimmine provino sempre di più a trovare il modo di liberarsi da queste catene.
Fimmine ribelli. Come le donne salveranno il paese dalla n'drangheta
"Mio padre ha due cuori: la figlia o l'onore? In questo momento dice che vuole la figlia, però dentro di lui c'è anche quell'altro fatto." Queste parole le pronuncia Maria Concetta Cacciola, trent'anni, tre figli, colpevole di aver tradito il marito e di aver deciso di collaborare con la giustizia seguendo l'esempio di Giuseppina Pesce, anche lei giovane madre, anche lei di Rosarno. E poi ci sono Rosa Ferraro, Simona Napoli, tutte 'fimmine ribelli' che hanno osato dire di no a padri, mariti, fratelli. Come nell'Afghanistan dei talebani, in Calabria la donna che "disonora" la famiglia deve morire, meglio se con un suicidio che tutela dalle conseguenze penali. Attraverso le storie di queste donne, Lirio Abbate racconta uno spaccato di apparente normalità dietro cui si nascondono una frenetica attività criminale, patrimoni immensi e un radicamento a una cultura patriarcale antiquata e retriva. Ma la ribellione delle donne che oggi si affidano "allo Stato, ovvero al nemico" per cercare di scampare a un destino infernale, produce un effetto dirompente. Perché sgretola l'immagine di compattezza del clan, mette in dubbio i valori del sistema 'ndrangheta, rivela l'impotenza dei boss incapaci di "tenere in riga" le loro donne. E, soprattutto, accende nelle altre 'fimmine' la consapevolezza della propria condizione e il desiderio di scrollarsela di dosso, facendo nomi e cognomi e aprendo crepe in un universo inconcepibile ma fin troppo vero.
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Anno edizione:2014
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Sarandom 27 luglio 2023Patriarcato (da uomo a uomini)
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Francesco Saverio Mongelli 21 novembre 2016
La donna non è un oggetto, ha la medesima importanza e gli stessi diritti dell'uomo. Ma questi, ahimè, sono concetti che in molte realtà sono ben lontani dall'essere compresi e applicati. Soprattutto nella mentalità mafiosa. E' raro che alla donna, nel ruolo di moglie o di fidanzata, vengano riconosciuti i diritti universali, compresi la libertà individuale di scelta. In questo interessantissimo libro del bravo giornalista Lirio Abbate, Fimmine Ribelli, sono raccontate le storie di alcune donne di 'ndrangheta che hanno saputo ribellarsi al contesto criminale in cui vivevano, nella maggior parte delle volte costrette a fare delle scelte. Non dimentichiamo i matrimoni combinati che tarpano qualsivoglia desiderio della fimmina che non rispecchi il volere dei capi famiglia mafiosi. E' bello prendere esempio da chi ha rischiato e perso la vita per la propria libertà. Perché la libertà individuale è un diritto sacrosanto, anzi, come dicono anche in Calabria, sacrosantissimo. I fattori che determinano queste situazioni, sono diversi: la famiglia, il contesto economico-sociale, l'educazione, la scuola e le amicizie. Il ruolo dello Stato - considerato, dalla mafia e dalla società omertosa che ne fa le veci, un estraneo da allontanare - deve essere quello di mostrare la propria vicinanza a questo tipo di fenomeni sociali, inculcando sin dall'infanzia nei ragazzini l'amore per la legalità e l'odio per ogni forma di violenza e di malaffare.
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