Anche questo volume come il primo è teso ed avvincente. Le location cupe misteriose fanno da sfondo ad un buon thriller che non delude chi ha amato il primo romanzo di quest’ autore.
Torna la Roma oscura del commissario Enrico Mancini in un thriller di grande intensità narrativa che tiene il lettore sul filo del rasoio fino alla fine.
«Una scrittura che registra gli slittamenti del terrore.» - Corriere della Sera
Roma è nelle mani di un killer capace di dare forma al buio. Le sue folli tenebre prendono vita nel rito dell'uccisione, le sue terribili visioni si trasformano in realtà tramite le sue vittime. Perché il mostro non si limita a uccidere: lui plasma, mette in posa, trasfigura ognuna delle sue prede in una creatura mitologica. Lasciando soltanto indizi senza un senso apparente, se non si è in grado di interpretarli. Di analizzare la scena del crimine. E tracciare un profilo. Ma il miglior profiler di Roma, il commissario Enrico Mancini, non è più l'uomo brillante e deciso di un tempo. E la squadra che lo ha sempre affiancato non sa come aiutarlo a riemergere dall'abisso. Mentre nuove opere di quello che la stampa ha già ribattezzato «lo Scultore» compaiono nell'oscura, incantata Casina delle Civette a Villa Torlonia, nel vecchio giardino zoologico e nell'intrico della rete fognaria romana, Mancini viene richiamato in servizio e messo di fronte a quella che si dimostrerà come la sfida più angosciante e letale della sua carriera. O addirittura della sua vita.
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Anno edizione:2018
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Fabio82 11 maggio 2022E’ così che si scrive parte seconda
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Francesco Ciraselli 23 maggio 2019
Bel thriller. Zilhay non delude. Storia avvincente. Interessanti anche le descrizioni dei luogi (grazie a questo autore sto scoprendo molti luoghi, non solo in questo libro ma anche nel precedente). Non vedo l'ora di leggere il terzo libro del commissario Mancini. complimenti all'autore.
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"È una lettura coinvolgente", questo è ciò che mi sento di dire subito per descrivere "La forma del buio" di Mirko Zilahy, un autore italiano che ritengo di tenere sotto osservazione. L'ho scoperto per caso ed è stata una piacevole scoperta. E' la sua seconda opera, il seguito di "E' così che si uccide" che purtroppo mi sono persa ma che leggerò sicuramente. Il romanzo è ben scritto, i dialoghi sono serrati e la tensione è sempre in scena. Lo stile di Zilahy è particolare, il linguaggio è elegante, preciso e ricercato nel descrivere ogni scena, dalla più macabra alla più "domestica", e nel rappresentare sia l'umanità e la normalità di alcuni personaggi, sia la follia e il buio che caratterizza il serial killer.
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