Il libro, inquietante e bellissimo, descrive il rapporto dell’io narrante con il fratello affetto da una malattia mentale che lo ha relegato a una condizione infantile, che lo fa esprimere con frasi smozzicate e senza senso apparente e per cui necessita di assistenza continua. I due vivono da soli in una grande casa e le giornate sono scandite dagli spostamenti continui da una stanza all’altra, e qualche volta anche fuori casa, del fratello malato, che compare e scompare, cercato e inseguito dall’altro, che si sobbarca a rincorse estenuanti “ per gioco, per inerzia o per altro patto o desiderio segreto”. Alle volte si tratta dei cosiddetti “Grandi Viaggi”, ossia viaggi immaginari che il malato compie in dimore sotterranee e volanti e allora il fratello cerca di ricondurlo “al solito mondo orizzontale, stabile e piatto”. Fuga e inseguimento, quindi, ma alle volte le parti dei due sembrano invertirsi ed è il fratello sano che si sente braccato dall’altro, e ogni suo tentativo di trovare uno schema, una regola nel comportamento del malato, per prevederne e controllarne le azioni, va incontro al fallimento. Fratelli è un capolavoro che inquieta ed emoziona perché il continuo interrogarsi e ragionare mantiene viva la speranza di abbattere una barriera, di arrivare vicino alla verità
Fratelli
"Fratelli" venne pubblicato nel 1978 e diventò subito un caso editoriale. L'autore, noto ispanista, era alla sua prima prova narrativa e le 30.000 copie della tiratura andarono immediatamente esaurite mentre critici come Giorgio Manganelli, Natalia Ginzburg, Alfredo Giuliani lo accolsero come un capolavoro. "Vivo, ormai sono anni, in un vecchio appartamento nel cuore della città, con un fratello ammalato". In una vasta casa di una città imprecisata vivono due fratelli. È il più grande a raccontare, l'altro è affetto da disturbi che riguardano "l'attività del pensiero" che non vengono comunque mai precisati, il ricovero in ospedale, predisposto da anni, "sembra di là da venire". Il rapporto tra i due è tormentato, la comunicazione è difficile, fatta di poche parole, di molti sguardi, silenzi, contatti fisici - il fratello maggiore accudisce l'infermo, lo lava, lo veste, lo segue da una stanza all'altra del grande appartamento, semivuoto di mobili, colmo comunque di ricordi, "arnesi dall'uso incerto" che "interrompono, di tanto in tanto, la sequenza dei vuoti", residui di una intimità familiare ormai perduta.
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Autore:
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Anno edizione:2008
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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terepattola 31 gennaio 2023Capolavoro inquietante
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StefaniaS 24 luglio 2022Psicanalitico
Ho trovato questo libro nella scansia di un negozio di cose usate e, visto il prezzo esiguo, l'ho acquistato. Il breve racconto narra del rapporto del narratore convivente col fratello affetto da una non precisata infermità mentale che lo ha cristallizzato in una perenne infantilità. I dialoghi sono pressoché inesistenti: i silenzi, gli sguardi bastano per capirsi, per superare l'handicap che li divide ricorrono al gioco - la lotta, il rincorrersi, lo scambio degli abiti - in modo da riuscire ad esprimere le loro emozioni, il reciproco affetto. E' un libro essenziale nella scrittura ma molto profondo nel messaggio.
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