Il fu Mattia Pascal - Luigi Pirandello - copertina
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Letteratura: Italia
Il fu Mattia Pascal
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Descrizione


"Il fu Mattia Pascal" rappresenta una delle tappe fondamentali del complesso percorso compiuto da Pirandello nell’àmbito dell’introspezione e della rottura degli schemi narrativi del Verismo. Mattia Pascal, il protagonista, stanco e deluso dalla vita oppressiva che è costretto a condurre in famiglia, si allontana dalla sua piccola città di provincia e, approdato a Montecarlo, vince al gioco una somma considerevole. Gli si presenta inoltre l’opportunità di evadere dal mondo di false relazioni familiari e sociali: legge infatti, in un trafiletto di cronaca, che è stato ritrovato e identificato il suo cadavere. Superato l’iniziale sbalordimento, decide di approfittare delle circostanze per cominciare un’esistenza diversa; con una nuova identità, dunque, si trasferisce a Roma, alla ricerca di una vita solitaria. A dispetto delle sue modeste aspirazioni, però, le cose si complicano e la sua finzione si trasforma ben presto in un’altra forma di oppressione.

Dettagli

18 aprile 2018
XXXV-248 p., Brossura
9788833200026

Valutazioni e recensioni

  • Un uomo viene riconosciuto morto dalla moglie e dalla suocera nel cadavere di un suicida e, ricco per aver vinto al gioco una somma considerevole, può slanciarsi in una vita nuova, densa di suggestioni e di avvincenti prospettive e totalmente libera da fastidiosi legami. Mattia Pascal abbandona il suo vecchio nome e diventa Adriano Meis, ma le sorprese non mancheranno. Questa è la trama intrigante del capolavoro di Luigi Pirandello, monumento della letteratura italiana, pubblicato nel lontano 1904 ma che ancor oggi dimostra grande modernità e forte capacità di coinvolgimento dei lettori.

  • Un uomo viene riconosciuto morto dalla moglie e dalla suocera nel cadavere di un suicida e, ricco per aver vinto al gioco una somma considerevole, può slanciarsi in una vita nuova, densa di suggestioni e di avvincenti prospettive e totalmente libera da fastidiosi legami. Mattia Pascal abbandona il suo vecchio nome e diventa Adriano Meis, ma le sorprese non mancheranno. Questa è la trama intrigante del capolavoro di Luigi Pirandello, monumento della letteratura italiana, pubblicato nel lontano 1904 ma che ancor oggi dimostra grande modernità e forte capacità di coinvolgimento dei lettori.

  • Nell'esordio del romanzo, il protagonista afferma più volte: «Io mi chiamo Mattia Pascal». Questa frase serve al protagonista ad affermare se stesso e la sua identità, ma quando egli si rende conto che la certezza del suo nome non gli basta e tenta di andare alla ricerca del Mattia al di là della "forma" il protagonista si accorge di non essere nessuno. In questa conclusione si scorge il relativismo pirandelliano: come non si può dare un'interpretazione univoca della realtà, in quanto essa cambia da soggetto a soggetto, anche l'uomo si trasforma, ciascuno è "uno, nessuno e centomila". Ma essere centomila è come essere indeterminati e quindi nessuno. Il grottesco finale dunque è l'opposto dell'esordio. Nega assolutamente anche quella misera verità a cui il protagonista fa appello. Egli, colpevole di aver tentato di ottenere una vita più autentica e gratificante, è condannato ad essere quel fu Mattia Pascal che lui stesso aveva seppellito. In complesso il romanzo è stato molto interessante perché interessanti e soprattutto attuali sono i temi trattati. La conclusione a cui arriva è estremamente vera e quanto mai appartenente a questa società che infondo quasi costringe a portare una o a volte più maschere.

Conosci l'autore

Foto di Luigi Pirandello

Luigi Pirandello

1867, Agrigento

Nacque nel podere di campagna detto il Caos, da una famiglia della borghesia commerciale di tradizione risorgimentale e garibaldina, sia da parte del padre Stefano che della madre, Caterina Ricci-Gramitto. Preso soprattutto da interessi filologici e letterari, frequentò le università di Palermo, Roma e Bonn, dove si laureò nel 1891 con una tesi in tedesco di fonetica e morfologia (in traduzione italiana: 'La parlata di Girgenti'). Tornato in Italia nel 1892 e stabilitosi a Roma, grazie a Luigi Capuana strinse contatti con la cultura militante, collaborando con scritti critici e poesie alla «Nuova Antologia», conducendo sul «Marzocco» un’accesa polemica antidannunziana e insistendo in molti interventi su vari periodici sul tema della crisi...

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