L’ossatura del libro è costituita dalle conversazioni che l’autrice ha avuto nel 1971 con Franz Stangl, comandante di Sobibor e Treblinka, nel carcere tedesco in cui questi era detenuto. Le interviste nascono dall’intenzione dell’autrice di indagare vita e personalità dell’ex-SS e, in ultima analisi, esplorare un ricorrente interrogativo: quanto, in un mostro morale, è determinato dalle caratteristiche individuali e quanto dalle circostanze esterne (nelle ultime pagine la scrittrice giungerà ad ottenere delle risposte, con le quali mi sento personalmente d’accordo). Ma le vicende personali di Stangl diventano anche il pretesto per esaminare alcuni dei più tragici eventi del periodo nazista, dal Programma di Eutanasia e il ruolo da esso avuto come precedessore della “Soluzione Finale”, al funzionamento del T4 di Berlino, per arrivare all’organizzazione dei campi di sterminio in Polonia. Lunghe pagine sono anche dedicate all’atteggiamento del Vaticano, in particolare di Pio XII, durante la guerra, e al ruolo avuto da alcuni prelati nel facilitare la fuga di criminali nazisti nell’immediato dopoguerra. Apparso alcuni anni dopo "La banalità del male" di Hannah Arendt, a mio parere è insieme a questo tra i migliori libri che trattino l’argomento, per ampiezza dei temi, completezza delle prospettive prese in considerazione, valore documentale, lucidità nell’analisi ed equilibrio nelle valutazioni.
In quelle tenebre
Il caso di Franz Stangl, comandante di Treblinka. Una sconvolgente indagine che rompe il silenzio sugli antecedenti e l’organizzazione dei campi di sterminio, e sulle complicità che hanno aiutato molti responsabili a fuggire.
«Nello zoo avevamo una quantità di splendidi uccelli, e panchine, e fiori. L’avevo fatto disegnare da uno specialista di Vienna – naturalmente, avevamo specialisti di ogni genere… È difficile farne oggi una descrizione adeguata, ma il posto diventò veramente bello» - Franz Stangl
«Il mondo non si è mai reso conto di quanto perfetta fosse questa macchina… Con adeguati mezzi ferroviari, i campi di sterminio in Polonia avrebbero potuto uccidere tutti i polacchi, i russi, e gli altri europei orientali che i nazisti avevano progettato di uccidere» - Richard Glazar, uno dei sopravvissuti di Treblinka
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:3
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Anno edizione:1994
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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AlbertoD 02 aprile 2024
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VINCENZO SARDELLA 16 luglio 2011
Finalmente un libro sull'olocausto che ci fa capire,ma senza giustificare,come gli aguzzini sono potuti arrivare a tollerare prima,appoggiare e poi collaborare allo sterminio degli ebrei.Bellissimo Vinci
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