Io non voto Giorgia. Anatomia di una destra tutt'altro che sociale - Giovanna Musilli - copertina
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Io non voto Giorgia. Anatomia di una destra tutt'altro che sociale
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Descrizione


Qual è l’impalcatura ideologica della destra che va da Fratelli d’Italia alla Lega 2.0 di Salvini e Vannacci? È sotto gli occhi di tutti: l’ossessione per la difesa dei valori e delle tradizioni cristiane da minacce inesistenti; il vecchio nazionalismo otto-novecentesco, basato su un concetto distorto di patria concepita come comunità spirituale, se non addirittura etnica; l’aperta e in comprensibile ostilità nei confronti dei diritti civili; la millantata svolta securitaria che in realtà si è tradotta in una riforma della giustizia volta a garantire l’impunità delle classi dirigenti; l’avversione nei confronti della nostra Costituzione e l’aspirazione a indebolire i pesi e i contrappesi che bilanciano i poteri dello Stato, in nome del principio che vuole l’uomo solo (o, meglio, la donna sola) al comando. Io non voto Giorgia evidenzia le contraddizioni concettuali e storiche, spesso non immediatamente percepibili, dell’attuale maggioranza di governo che, oltre a perseguire idee retrograde ma dalla grande efficacia propagandistica, non sembra avere assolutamente nulla né di "sociale" né, tantomeno, di "legalitario".

Dettagli

18 aprile 2025
200 p., Brossura
9791280671578

Valutazioni e recensioni

  • S_amara
    Un libro da leggere assolutamente!

    Un libro da leggere ASSOLUTAMENTE... soprattutto da chi Giorgia ha fatto l'errore di votarla!

  • Lalepap
    La politica alla portata di tutti

    Un’analisi critica dell’attuale classe dirigente – una critica ben argomentata però, non sterilmente polemica - con un linguaggio chiaro e accessibile a tutti, anche a chi non è troppo pratico di politica. L'autrice fa una bella disanima di tutta l’impalcatura ideologica della destra, dall’ossessione per la difesa delle tradizioni cristiane, al concetto distorto di patria (concepita “alla Vannacci” come comunità etnica e di sangue), all’ostilità nei confronti delle minoranze, fino all’allergia al dissenso e l’avversione alla Costituzione. In pratica la tesi sostenuta dall’autrice è che – al di là della propaganda efficacissima – questa destra non abbia assolutamente nulla né di “sociale” (vedi patto di stabilità e turboliberismo), né di “legalitario” (vedi riforma Nordio, abolizione dell’abuso di ufficio, stretta contro le intercettazioni…). Ad ogni modo l’autrice non risparmia neanche i partiti di opposizione, anzi, ne evidenzia le tante responsabilità. Lo ritengo un libro che solleva dei dubbi e offre spunti di riflessione, senza la presunzione di fornire magiche soluzioni.

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