Il libro racconta il rapporto complicato tra Mia, un’adolescente chiusa e ribelle, e sua madre Giulia. Il dialogo tra loro è quasi inesistente, ed è proprio questo che spinge Giulia a leggere il diario della figlia, decidendo di scriverne uno a sua volta. Il confronto tra i due diari apre un dialogo profondo e toccante, rivelando quanto spesso si dimentichi che una madre, prima di esserlo, è stata una ragazza con un passato ricco di esperienze, paure e fragilità. Molto bella la metafora del legno che dà il titolo al libro: esprime chiusura emotiva e difficoltà nel comunicare ma anche la possibilità di cambiare e ammorbidirsi quando qualcosa (o qualcuno) riesce a toccarci nel profondo. È quindi un libro, molto scorrevole e chiaro, che parla con delicatezza e verità del legame madre- figlia, delle distanze emotive di questo ma anche delle possibilità di ritrovarsi.
Io sono di legno
È l'alba di una domenica qualunque.Giulia aspetta, Mia non è ancora tornata dai suoi sabati senza freno. Sono madre e figlia divise da un precipizio di anni e segreti, apparentemente sicure delle proprie scelte: hanno applicato alle loro vite teoremi precisi e sembrano funzionare. Ma quando Giulia si ritrova a leggere il diario di Mia, l'ingranaggio si rompe. Bisogna tornare indietro. E Giulia lo fa. Torna ai ricordi di una giovinezza ferita: il perbenismo della sorella, la fragilità di una madre che non voleva guerre, l'amicizia con una suora peruviana curiosa dell'amore e dei balli e che di Dio non parlava mai. Torna ai primi passi da medico, tra corsie e sale operatorie, al matrimonio con un primario, alla lunga attesa di una maternità sofferta e desiderata. Più la storia di Giulia si snoda nel buio del passato, più affiorano misteri che chiedono di essere sciolti. Ma per madre e figlia l'incontro può solo avvenire a costo di pagare il prezzo di una verità difficile, fuori da ogni finzione. "Penelope non riconosce Ulisse quando lo vede tornare. E io non riconosco te. Una madre non lo fa, dicono gli esperti. Non si leggono i diari, non ci s'infila nei pensieri dei figli. I ladri entrano dalla finestra. I ladri, non le madri. Una madre non lo fa, ripetono. Scusami, ma la tua bocca è chiusa, Mia. E come faccio a capirti se non ti scippo i pensieri dalla carta. Scusami, ma la tua porta è blindata, Mia. E come faccio a entrarti dentro se non passo dalla finestra. Una madre non lo fa, assicurano. Farò in fretta, un passo dopo che te ne sei andata, un passo prima che torni. Ti leggerò e mi scriverò. Una madre non lo fa, io sì.”
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Lingua:Italiano
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