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"La prima volta non si scorda mai". Si dice così, giusto? Certo che non si scorda mai. Soprattutto se a decidere quando deve essere, la tua prima volta, non sei tu. Allora non te la scordi proprio, anzi. La rivivi nella testa mille e mille volte convincendoti che forse doveva andare così o, al limite, che devi avere qualcosa che non quadra, perché alle altre persone, ti dici, a quelle perbene, mica succedono certe cose. E provi quella sensazione di disagio, di smarrimento, la stessa che dopo la violenza accompagna Una nella vita. Una è l’autrice, la protagonista, di questo autobiografico graphic novel, nel quale lei rivive con grande lucidità parte del suo vissuto e narra di tutti quegli anni che ha trascorso a considerarsi indelebilmente macchiata, sbagliata e inutile. Sola, soprattutto. “Io sono Una” è ambientato nello Yorkshire degli anni settanta quando, poco più che bambina, Una è vittima di un abuso sessuale. Lo racconta rievocando con coraggio i ricordi di allora e usando termini che non vogliono commiserazione, che di quella ne ha già avuta abbastanza. Usa parole che chiedono soltanto di essere ascoltate, di essere prese in considerazione. E quando non ne ha, di parole giuste per spiegare un certo tipo di dolore, allora Una parla con le sue illustrazioni potenti. E non c'è solo la storia di Una in questo libro, ma anche quella di tutte le donne che negli stessi anni hanno subito abusi, che sono state maltrattate, magari anche uccise, in un modo o nell’altro. Ci sono nomi, date, testimonianze, articoli di giornale completi di commenti spessi del tipo «vestitevi a modo, prima di uscire», che ben fanno inquadrare l'approccio della società, e della giustizia - non molto lontane da noi, a dirla tutta - verso certi scomodi fattacci. Fa male leggere "Io sono Una", fa un sacco male. Fa male se sei donna ma anche se sei uomo. E quando ripensi a tutto ciò che hai letto e magari ti guardi intorno, osservando chi passa, non puoi far altro che chiederti “ma sono davvero così tante?”. "Così come Filomena ricamò la sua storia dopo che le fu tagliata la lingua, questa è la mia storia, la mia voce, una fra tante".
questa non è solo una splendida graphic novel, ma un messaggio ed una testimonianza molto importanti che credo sia fondamentale far leggere a più ragazzi e ragazze possibili. in questa autobiografia Una racconta il suo lungo percorso per riuscire a vedersi come una vittima e a non colpevolizzarsi per ciò che le è successo ed insieme ci offre uno spaccato della misoginia dilagante nello Yorkshire degli anni Settanta. tutto ciò è espresso da disegni molto comunicativi ed una mescolanza di stili armoniosa che diventa un piacere per gli occhi! ve la straconsiglio!
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