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Anno edizione: 2019
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«Nec Spe nec Metu». Fisso il motto latino che mi rispecchia così bene, inciso a caratteri d’oro sulle pareti dello Studiolo, e per una volta cerco di ritrovarvi non solo un’indicazione o un monito, ma un conforto. Letteralmente, vuol dire «Né con speranza né con timore». A me, però, piace svilupparlo dandogli un senso più compiuto, rotondo, quasi esortativo come «Senza nutrire vane speranze né provare inutili paure». Non si limita, infatti, a enunciare una semplice massima. A seconda delle circostanze, può divenire una filosofia, un’istruzione, una bussola per non smarrire la strada nel complesso viaggio chiamato Vita. Suo filo conduttore e al tempo stesso sintesi ultima, contiene un viatico capace di elevare ciascuno alla «virtù sublime» cantata dai poeti. Solo mantenendo la mente distaccata, l’animo saldo ed equilibrato, senza cedere alle lusinghe delle illusioni né ai fantasmi delle paure, è possibile restare al di sopra della mischia e avere la lucidità che consente di perseguire i propri obiettivi. Questo estratto che introduce la biografia di Isabella D'este mi ha colpito così tanto che ho comprato il libro, soprattutto perché in quel periodo ero davvero fissata con questo genere e con la figura di questa grande donna, ma anche con la figura di un'altra grande donna, Lucrezia Borgia. Si tratta di una doppia biografia tratteggia le vite di due delle più famose protagoniste del Rinascimento italiano, Isabella d’Este marchesa di Mantova e Lucrezia Borgia duchessa di Ferrara, che divengono cognate in virtù del terzo matrimonio di Lucrezia con Alfonso d’Este. Le due cognate incrociano le loro esistenze con quelle dei maggiori personaggi del tempo, incarnando due diversi e significativi prototipi di “dame di potere e di corte”.
Ho scoperto questa autrice per caso, mentre cercavo un libro dell’Edizione Economica Feltrinelli e poter usufruire di un’offerta. Si può dire che l’abbia comprato a scatola chiusa, quindi. A lettura conclusa, posso dire che non me ne sono pentita! Certo, bisogna considerare che, essendo una biografica storica sulla vita di due delle figure femminili più importanti del Rinascimento, non è una lettura leggerissima. Ma ho apprezzato molto la continua contestualizzazione storica e le molte citazioni e rimandi alle fonti da cui la Necci ha attinto. Poi, sfogliando la bibliografia, sono rimasta stupita dalla quantità di testi e archivi consultati e mi ha rassicurata ancora di più sulla veridicità dei fatti riportati nel libro. Non è una lettura serale per rilassarsi, questo è sicuro, sono presenti molte date e molti nomi e a volte facevo fatica a ricordarmi ogni cosa (nonostante abbia ancora delle reminiscenze dalle lezioni di storia del liceo). Ma lo consiglio a chiunque abbia voglia di addentrarsi tra i meandri delle corti italiani del ‘400-‘500, agli amanti degli intrighi e delle macchinazioni per salire al potere o, semplicemente, a chi voglia colmare delle lacune su argomenti che a scuola si affrontano, ma non in maniera così approfondita. Con la sua scrittura scorrevole e chiara e la sua minuziosità nell’approfondire, Alessandra Necci mi ha conquistata! Non escludo che in futuro potrei dedicarmi ad altri libri scritti di suo pugno.
Alessandra Necci si è chiaramente documentata per scrivere questo resoconto delle "vite parallele" di Isabella d'Este e Lucrezia Borgia, due signore del Rinascimento italiano che il destino (o meglio accorte manovre politiche) ha portato ad incrociarsi all'alba del '500. Nel libro sono contenuti passaggi di pubblicazioni anche molto recenti, sempre pertinenti e puntuali, ma a volte questa passione per i documenti sconfina nel citazionismo e impedisce di godersi appieno la storia delle due donne, alla quale peraltro non viene davvero aggiunto un contributo o un punto di vista nuovo. Mi sentirei insomma di consigliare la lettura a chi sa poco di Isabella come di Lucrezia, ma non ad altri.
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