"Jane Austen Book Club" è la storia di un gruppo di persone, quattro donne e un uomo, che amano leggere e che, ognuna a modo suo, amano Jane Austen e decidono di trovarsi a parlare dei suoi libri. Il gruppo è stano e variegato, e la storia è carina perchè riesce a mescolare l'atmosfera classica e romanzata dei libri di Jane Austen con l'attualità. Nonostante il buon intento dell'autrice, che scrive molto bene, devo ammettere che nessuno dei personaggi mi è rimasto particolarmente a cuore e non posso certo dire che questo sia un gran libro, ma in fin dei conti è stato una lettura piacevole. Di Jane Austen ho letto solo "Orgoglio e pregiudizio", diversi anni fa. Adesso ho messo sul comodino "Mansfield Park". Alla fine del libro ho trovato (anche se in fondo non erano necessari) dei commenti ai libri di Jane e alcune domande interessanti cui ho cercato di rispondere. Trovate scortese regalare un libro a qualcuno e poi domandargli se gli è piaciuto? Lo fareste? Mi è capitato di regalare dei libri, e sinceramente non ricordo se dopo un pò di tempo ho fatto la fatidica domanda "Ti è piaciuto?". Non mi sembra una cosa scortese, ma ripensandoci, i libri per me sono una cosa "personale". Non mi piacciono (o comunque me li godo meno) i libri prestati dagli amici o dalla biblioteca. Mi piacciono i libri che compro, che scelgo. Preferisco un consiglio ad un libro regalato o prestato. Ritenete che conoscere l'autore aggiunga qualcosa al libro? Non mi sono mai interessata degli autori. Per me esistono solo i libri. Fatta eccezione per Virginia Woolf, che non so perchè, non so come, mi ha sempre interessata e incuriosita ed è l'unica scrittrice alla quale mi sono veramente interessata. Non so, la vita dell'autore mi sembra sempre poco interessante. Soprattutto quando si tratta di uno scrittore moderno. Forse un giorno cambierò idea, ma per me quelle due righe nei quarti di copertina con la vita dell'autore sono assolutamente insignificanti. Credete nel lieto fine? Mi sono accorta che l'esser cresciuta con libri "vecchi", classici, romanzati, mi abbia influenzata. Credo nei valori, nei sentimenti, nel fatto che ci siano persone che credono in queste cose, che ci sia onestà, che si possa ancora sperare in un lieto fine. Se così non fosse, che senso avrebbe guardare al futuro pensando che comunque andrà sempre tutto male? Questo non significa che io mi illuda che tutto andrà sempre bene, o che io sia una grande fan dei lieti fine nei libri. Ma quando si parla della propria vita, beh io cerco sempre di crederci e di fare tutto il possibile perchè le cose vadano bene. (http://www.francescalorenzoni.com/)
Jane Austen book club
Jocelyn ha passato i cinquanta, ma non smette di partorire un'idea bizzarra dietro l'altra. Sylvia, la sua migliore amica - si conoscono da quando avevano entrambe undici anni - le ha appena confessato che, dopo trentadue anni di matrimonio, suo marito le ha chiesto il divorzio. Trentadue anni di gioie e soddisfazioni svaniti improvvisamente nel nulla, ha detto singhiozzando. E Jocelyn che cosa ha fatto? Ha avuto la stramba idea di fondare un club del libro, il Jane Austen Book Club, poiché, ha detto citando Kipling, "non c'è niente di meglio di Jane quando sei nei pasticci".
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Anno edizione:2005
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FRANCESCA LORENZONI 04 dicembre 2010
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