(Mopolino, L’Aquila, 1776 - Rieti 1850) letterato italiano. Bibliotecario di corte di G. Murat e professore di eloquenza all’università di Napoli, dopo la restaurazione borbonica si ritirò a vivere a Rieti. Tentò di conciliare le istanze dei classicisti e dei romantici, e i suoi versi risentono la suggestione della poesia ossianesca e sepolcrale inglese. Scrisse poemi epici (Italiade, 1819; San Benedetto, 1824), didascalici (La georgica dei fiori, 1825) e versi vari (Elegie ed epicedi, 1836; Poesie sacre, 1840); un trattato Della volgar eloquenza (1819); e il romanzo Gli sposi fedeli (1837), contrapposto ai Promessi sposi.