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«Caro signor Rossellini, ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e ne sono rimasta entusiasta. Se avesse bisogno di un’attrice svedese che parla molto bene l’inglese, non ha dimenticato il tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo ti amo, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei». Tutto cominciò da questo ormai mitico biglietto inviato da Ingrid Bergman e rocambolescamente arrivato nelle mani di Rossellini, che si guardò bene dal leggerlo ad Anna Magnani, allora compagna del regista. E si scatenò un duello artistico e sentimentale tra Stromboli e Vulcano di William Dieterle e i giovani cineasti della Panaria Film, che per primi avevano avuto l’idea di ambientare una storia alle Isole Eolie. E poi vennero Europa ‘51, Viaggio in Italia, Giovanna d’Arco al rogo e altri capolavori indimenticabili. Un libro appassionante e documentato di storie di cinema, d’amore, di amicizie infrante e (non sempre) ritrovate in un’Italia piccolo piccolo borghese (e un’America puritana) che si scandalizzava di fronte ad un amore fuori dagli schemi. Fosse per i nostri attuali politici saremmo ancora lì, a dover prendere la cittadinanza austriaca per poter divorziare (Rossellini – De Marchis) o a dover presentare l’istanza di divorzio a Città del Messico (Bergman – Lindstrom). Emblematico De Gasperi che, dovendo consegnare a Rossellini un premio per Stromboli, gli chiede di non presenziare alla cerimonia per non essere messo in imbarazzo. Questo libro ha avuto una prima edizione nel 2000 ed è stato giustamente ripubblicato (in versione rivista e aggiornata) nel 2010, smascherando l’operazione discutibile di Marcello Sorgi che nel suo recente Le amanti del vulcano. Bergman, Magnani, Rossellini: un triangolo di passioni nell'Italia del dopoguerra ha, senza troppa fatica documentaristica, agevolmente “saccheggiato” il lavoro di Alberto Anile e Maria Gabriella Giannice. I quali, nella nota alla nuova edizione, si sono limitati elegantemente a sottolineare che «quando questo libro uscì per la prima volta, nel 2000, pochissimi avevano sentito parlare della "guerra dei vulcani"… e nessuno l’aveva mai raccontata fino in fondo, in Italia come nel resto del mondo».
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