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Nell'ultimo decennio del Novecento i nostri rapporti con la politica sono profondamente cambiati. E chiunque viva fuori dell'universo politico tende a chiedersi sempre più spesso: «Che cos'è la politica? Cosa dovrebbe essere? Perché pensarci?». I capitoli del libro nascono da questi interrogativi elementari e decisivi, formulati ogni volta da angolazioni diverse nel corso di un processo di trasformazioni difficili da definire e tuttora in corso. Usando anche differenti espedienti stilistici, Berardinelli ci offre una serie di quadri che segnano altrettante tappe della storia recente: dagli anni della partitocrazia alla caduta del Muro e al declino internazionale della cultura comunista, dalla modifica del sistema politico italiano dopo Tangentopoli alla scesa in campo di Berlusconi, dalla prolungata e irrisolta crisi della sinistra alla difficoltà di capire davvero la portata di conflitti internazionali drammatici, anche molto vicini ai nostri confini, come la guerra del Kosovo, fino ai più recenti e terribili esiti del terrorismo internazionale, con le incognite politiche e militari che ne seguono.Alfonso Berardinelli non è né uno storico, né un politologo. Non è uno specialista della politica, e questo gli dà qualche vantaggio: anzitutto un distacco spietato e ironico che ci restituisce un'immagine insolita dell'oggetto-politica. Scrittore e critico, l'autore è attento alle trasformazioni della cultura e del linguaggio, della mentalità e delle idee. I suoi dubbi e interrogativi sono quelli di un comune cittadino, ma anche di un intellettuale che guarda sempre di più «come dalla luna», o da fuori e dal basso, gli scenari politici, in particolare quelli italiani. Ne nasce un libro in cui alla politica vengono rivolte domande provocatorie e radicali, in una scrittura fantasiosa, aforistica, «straniante», nella quale si esprime ancora una volta e sempre di più l'idea che la politica sia una cosa troppo importante per essere lasciata agli esperti e agli addetti ai lavori.
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