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Anno edizione: 2014
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Andrea Molesini, nel primo centenario del'inizio della Prima Guerra Mondiale, ha imbastito un'opera strutturata come una tragedia greca, ambientando la trama nella sua Venezia nei giorni che precedono immediatamente il conflitto. L'autore scende nei meandri dell'animo umano per evidenziare quanto ineluttabili appaiano le grandi e piccole scelte nel destino di ognuno e tanto qui a maggior ragione si comprende come siamo solo dei predestinati. Molesini, anziché scrivere un romanzo corale, come i suoi due precedenti, preferisce imperniare la sua trama su due soli protagonisti, il commendator Spada, proprietario dell'Hotel Excelsior e una sua avvenente cliente, la marchesa Margarete von Hayek. In questo contesto i venti di guerra seguiti all’attentato all’erede del trono asburgico sfociano il 28 luglio nella dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia. Il discorso con cui il commendator Spada comunica l’inizio delle ostilità ai suoi ospiti, facoltosi nobili e borghesi per lo più stranieri, seduti a tavola per la cena, è per me la parte più bella del libro e già da sola giustifica la lettura dell'opera. Sono pagine che si leggono con vivo piacere, provando un'indicibile emozione. Se l'impianto è teatrale, in un contesto di crescente tensione in cui par già di udire i tuoni delle cannonate, Molesini ha il pregio indiscutibile di accompagnare a una tragedia una vena poetica di cui sia i due protagonisti che l'intero libro beneficiano ampiamente, e questo ha effetto anche sul lettore che giunto all'ultima pagina ricava netta la sensazione di aver letto qualche cosa di molto diverso dal solito, di avere per le mani un'opera di grande valore letterario, una di quelle che, benché riferita a un'epoca, è senza tempo, stupenda oggi come lo sarà domani.
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