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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2020
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Con “Ogni giorno ha il suo male” Antonio Fusco fa il suo esordio nella letteratura offrendoci un giallo che racchiude in se qualcosa di più della semplice storia raccontata. Un romanzo dall’ossatura americana, la storia dello spietato serial killer sembra rimandare ai romanzi d’oltre oceano, ma con un animo tutto italiano. Nell’immaginaria provincia toscana di Valdenza si intrecciano le indagini di polizia per catturare l’assassino e la storia personale dell’ispettore Casabona. Una storia che nelle prime pagine colpisce come un pugno alla bocca dello stomaco e che inevitabilmente crea un legame con la storia stessa che può essere sciolto solo arrivando alla fine del libro.
Un giorno ero in libreria e alla fine mi è capitato tra le mani "Ogni giorno ha il suo male", la prima inchiesta di Casabona. Sono sempre molto restio sui gialli, perché ormai siamo invasi dagli investigatore e dai commissari in libreria ed in tv, ma ho voluto dare ad Antonio Fusco una possibilità ed è stata una bellissima scoperta. Ben scritto e ben curato nei particolari, la trama è intrigante e molto scorrevole. Un bellissimo romanzo e un nuovo commissario che avrò sicuramente voglia di continuare a leggere.
Scrivo questa recensione inginocchiata sui ceci. Perché? Perché io i romanzi di Antonio Fusco li ho sempre guardati un po' di traverso. Lo so cosa state pensando: sono scema! Ma tranquilli, me lo dico da sola e, se non lo faccio, ci pensa Laura 2.0 a ricordarmelo! Già proprio lei, che i romanzi di Antonio Fusco li ha scoperti ed amati e ha anche cercato di farmi capire che avrei dovuto leggerli. Ma insomma, siamo esseri umani e c'è una quantità di libri tale che vorrei leggere, che aggiungerne altri mi sembrava folle! E poi, lo ammetto, a me l'idea di avere a che fare con un'altra serie e con un altro commissario, un po' dava fastidio. Insomma, sono reduce dalla cotta per Rocco Schiavone e trovarmi davanti un altro ufficiale era un po' un rischio, no?! Insomma, ho sempre fatto orecchie da mercante ai velati consigli di Laura e ho tirato dritto per la mia strada. Certo, le sue recensioni un po' mi facevano pensare, ma niente: sono stata tenace! E lo sono stata sino alla scorsa settimana quando, entrata nella mia libreria Giunti di fiducia per ritirare, pensate un po', proprio delle copie dell'ultimo romanzo di Antonio Manzini da portare con me al BookCity, una delle ragazze mi dice, tutta allegra, che il 26 novembre (oggi sì, proprio oggi!) Antonio Fusco sarà loro ospite. Oh porca pupazza! Come si fa? Di non andare non se ne parla: sono blogger, ho etica e gli autori si cerca di incontrarli (quasi) tutti. E poi vi immaginate le urla di Laura davanti ad una mia defezione? Ecco! Così, mi armo di buona volontà, compro in blocco i tre romanzi con protagonista il commissario Casabona e faccio in modo di leggere almeno il primo, giusto per approcciarmi al personaggio e capire se è davvero il caso di presentarmi all'incontro o se è meglio andare a casa di Laura e sputarle in faccia! Io questo romanzo, ve lo dico subito, l'ho letto in 24 ore. E l'unica cosa che mi ha fermata dall'impiegare meno tempo è stato il fatto che sono costretta a dormire e mangiare e per mangiare devo necessariamente cucinare! Insomma, mi sono tuffata tra le pagine di questo libro e non sono più riuscita a metterlo giù. E i motivi sono tanti! Innanzitutto, la scrittura di Antonio Fusco che avvolge, coinvolge, lega alle pagine ed emana consapevolezza. Quella consapevolezza e quella conoscenza dei fatti che fanno subito notare che Fusco conosce ciò di cui scrive. E infatti l'autore è un funzionario di Polizia e questo suo ruolo si nota ad ogni pagina: la precisione delle descrizioni, la cognizione che impiega nel raccontare i fatti, emanano quella certezza che solo un uomo che ha visto tutto con i suoi occhi è in grado di descrivere. Le atmosfere si fondono tra il noir delle colline toscane e il giallo del caso che il Commissario Casabona dovrà risolvere. La storia scorre velocemente e senza alcun calo di tensione, tanto che non si vede l'ora di arrivare alla fine e trovare il bandolo della matassa. I personaggi, dal canto loro, sono ben caratterizzati e si ha la sensazione, sin da subito, che si scoprirà qualcosa in più man mano che si andrà avanti con gli altri romanzi. Casabona, dal canto suo, è un uomo diverso dai soliti commissari a cui siamo abituati. È un uomo normale, con una matrimonio di lunga data che si è adagiato sui binari della routine e due figli ormai adulti che non hanno sempre avuto un percorso facile. Casabona non è il classico commissario burbero, ma non è neanche un personaggio facile. E credo sia proprio questo suo aspetto a conquistare il lettore: ci troviamo finalmente davanti ad un uomo normale, il vicino di casa che tutti potremmo avere, l'amico con cui andare a cena una sera, quello con cui fare quattro chiacchiere davanti ad un bicchiere di vino rosso (sì lo so, io sono astemia, ma sono dettagli!). Niente di esageratamente truce nel suo passato e niente di troppo facile nel suo presente. Insomma, finalmente abbiamo a che fare con un romanzo in cui la vita di tutti i giorni viene a bussare alla nostra porta e ci fa vedere il suo lato buio. E l'unica cosa che il lettore può fare è quella di affidarsi a Tommaso Casabona e lasciarsi guidare in un'indagine che nulla ha da invidiare ai migliori gialli della storia moderna! E sapete qual è la cosa più bella? Che io sarò sì arrivata tardi nel mio approccio a questo scrittore e a questo personaggio, ma adesso ho ancora due romanzi che mi attendono e la speranza di un quarto che spero arrivi quanto prima! Intanto, mentre voi leggete questa recensione, io mi avvio a stringere la mano ad Antonio Fusco e a fargli i miei complimenti di persona!
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