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Anno edizione: 2020
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Un giallo pieno di suspense e ironia, una storia corale di padri e figli.
«Che ci facciamo io e una bambina sconosciuta di nove anni nel minuscolo salotto di casa mia, alle otto e dieci di una mattina di marzo, seduti come due professionisti che devono concludere un affare o parlare di una loro guerra personale? "Le spiego subito tutto" dice all'improvviso. Le sorrido. Lei no. "Ieri mattina camminavo per via Speranzella con il mio papà. E l'ho smarrito." Dice proprio così. Smarrito.»
Chiaretta ha nove anni e non ha il sorriso. Lei ride, in realtà, ma non si vede. A causa di un disturbo che ha dalla nascita, quando il cervello lancia lo stimolo la sua bocca rimane immobile, come di gesso. Uno, però, che quando lei ride se ne accorge c'è: il padre, Carmine. Solo lui. Una mattina di marzo, mentre i due passeggiano nei Quartieri Spagnoli di Napoli, la bambina all'improvviso lo perde di vista. L'uomo scompare. Nessuno se ne preoccupa, dato che negli ultimi anni Carmine è andato via già altre volte, per poi tornare a casa. Ma Chiaretta sì, e cercando di avere sue notizie finisce per suonare alla porta di Tony Perduto, giornalista precario che vive da solo in quella zona della città partenopea. Tony le apre diffidente e l'ascolta, per poi venire risucchiato al centro di un mistero su cui costruisce, un poco alla volta – contro tutti e anche contro voglia –, un'indagine minuziosa, guidata solo dalla sua curiosità e animata dalle mille voci dei vicoli di Napoli. Si compone così, pezzo dopo pezzo, un giallo pieno di suspense e ironia, una storia corale di padri e figli che scorre – come il Sebeto, fiume perduto nel sottosuolo di Napoli – al di sotto delle vite ufficiali, per ricomporsi, a sorpresa, nelle ombre, nelle pieghe più nascoste, in quella verità che, come il sorriso della bambina, in fondo c'è. Anche se la vede solo chi sa guardare.
Oggi ti voglio parlare di Antonio Menna, "La bambina senza sorriso", edito da Marsilio. Questo giallo è insolito perché tratta di un'inchiesta che più che essere portata avanti da un personaggio della polizia, viene portato avanti da un giornalista, un giornalista precario di nome Tony Perduto, che nella sua vita ha voglia di fare tutto tranne che condurre un'indagine. Ma questa richiesta viene da una bambina particolare, una bambina che non sorride mai ma non perché non voglia farlo, ma a causa di un disturbo: il suo cervello gli lancia un impulso e le sue labbra restano di gesso. Man mano che andrete avanti in questo giallo più che dall'inchiesta verrete travolti dal personaggio di Tony Perduto che ha tratti esilaranti, tratti insoddisfatti, tratti brillanti con delle intuizioni degne di un commissario.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Piacevole, leggibile senza impegno, uno di quei libri che si leggono sotto l’ombrellone. Bella l’ambientazione, ma con Napoli è “vincere facile”. Personaggi accennati, storia che scorre veloce.
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