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Non mi soffermo sulla polemica ,già affrontata da molti critici spesso superficiali, riguardo il contenzioso "berlinese". Sta di fatto che Schopenhauer ci regala un così grandioso e perfetto attacco all'istituzione universitaria da dover annoverare questo libro tra i must di una biblioteca che si rispetti. La categoria dei filosofi in cattedra viene incenerita dai suoi meravigliosi anatemi tonanti, questo è dunque il percorso del breve scritto , ma possiamo allargarci e considerare quale sia la nostra attuale situazione di fronte all'università (italiana). Arthur Schopenhauer annusò ben presto i fumi nauseabondi del servilismo accademico convincendosi sempre più della necessità inderogabile della libertà per lo studente. In un' era come la nostra ,che non è ancora lontanissima dalla stagione rural-contadina, moltissimi, se non tutti, sono coloro che si avvicinano all'istituto universitario con una deferenza e un'adorazione degna di un visionario in preda a crisi mistica (le varie icone sacre sono sostituite da professori, assistenti.....tutti grandi letterati/filosofi/scienziati ecc.....) I genitori piangono lacrime di sangue per vedere il pargolo o la fanciulla laurearsi, ignorando completamente se il suddetto sia almeno incline alla disciplina scelta. La famiglia si sente finalmente parte della "buona" società, "tengono il guaglione dottore!". Anche Voltaire, come il nostro Schopenhauer, prevedeva il tempo dei "perroquet" bravi studentelli con libri tutti identici sotto il braccio e un'allenamento mnemonico fuori dal comune, ovvio, nessuna traccia di approfondimento e ricerca.Il tutto deve stabilirsi e rinforzarsi sotto il segno del disprezzo assoluto e definitivo per l'autodidatta, parola assunta al rango di bestemmia. Lo studio ha cambiato i suoi connotati, la passione può ufficialmente essere un "optional", il traguardo dei barbari è uno solo! la laurea! a tutti i costi!e magari anche più di una! la velina, la showgirl, lo sportivo.....tutto è possibile, essere filosofo senza vivere un minuto per la filosofia, essere medico senza sentire una profondissima vocazione... ecc ecc. Sotto tutti i punti di vista le parole di Schopenhauer non solo sono confermate ma vedono accresciuta tutta la loro potenza.
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