Hermann Burger, uno dei maggiori scrittori svizzeri del Dopoguerra, ha insegnato letteratura tedesca al Politecnico di Zurigo. La sua è stata un’esistenza sempre divisa tra la furia creatrice e la depressione. Virtuoso della lingua e dell’invettiva, meticoloso fino alla mania nelle ricerche preparatorie ai suoi romanzi, è stato l’autore ironico e liberatorio di testi spesso paragonati, per l’oltranza stilistica e l’umorismo disperato, a quelli di Franz Kafka e Thomas Bernhard. Dopo aver composto un Tractatus logico-suicidalis, pubblicato il primo volume della sua autobiografia (che contiene anche una storia culturale del sigaro) e acquistato una Ferrari fiammante, si diede la morte con un cocktail di medicine.
Fonte immagine: copertina del volume Hermann Burger. Zauberei und Sprache