(Pavia 920 ca - 972) storico italiano. Diacono della chiesa di Pavia, si scontrò col re Berengario II e si rifugiò in Germania, alla corte di Ottone I. Tornato in Italia al seguito dell’imperatore, fu nominato vescovo di Cremona. Scrittore elegante, esperto di greco e di latino, lasciò tre opere fondamentali per la storia d’Italia di quel periodo: il Liber regum atque principum partis Europae (6 libri, dall’883 al 962), noto anche col titolo di Antapodosis (rappresaglia) per il suo carattere di aspra requisitoria; la Relatio de legatione costantinopolitana, rappresentazione mordace e pittoresca della corte bizantina di Niceforo Foca; il Liber de gestibus Othonis, esaltazione della politica di Ottone I. L. è uno dei maggiori esponenti della «rinascita ottoniana», dell’età, cioè, in cui le lettere classiche trovarono nella corte sassone un nuovo, attivissimo centro di espansione universalistica.