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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2018
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Anna Maria Mori, che con la famiglia lasciò la nativa Pola per l'Italia, ripercorre le vicende dell'esodo istriano attraverso il confronto epistolare con Nelida Milani, che a suo tempo scelse di restare, rinunciando alla lingua, a molti affetti, alle consuetudini di un mondo che, con ferocia, veniva snaturato.
«Questo è il libro da cui ho imparato di più. È stato per me – ed è stato e sarà per molti – una grande lezione di storia» – Guido Crainz
Cos'è stato davvero l'esodo istriano del secondo dopoguerra? Come ha cambiato la fisionomia e le sorti di un territorio? E come ha stravolto le vite dei molti esuli e di quei pochi che scelsero di rimanere? Nemmeno il tempo è stato capace di cancellare il trauma subito, che è riemerso dalle pieghe della storia per andare incontro a una dolorosa rielaborazione. Anna Maria Mori, che con la famiglia lasciò la nativa Pola per l'Italia, ripercorre quelle vicende attraverso il confronto epistolare con Nelida Milani, che a suo tempo scelse di restare, rinunciando alla lingua, a molti affetti, alle consuetudini di un mondo che, con ferocia, veniva snaturato. Il dialogo che anima queste pagine restituisce intatto, a distanza di decenni, il sofferente vissuto di entrambe le parti: l'umanità dei «rimasti» e quella degli «andati». Gli aneddoti si confondono con la cronaca, le riflessioni si intrecciano alla memoria, in un viaggio dentro e fuori di sé, nei ricordi da confrontare con altri ricordi, e nei chilometri sulla costa o all'interno dell'Istria. Mentre gli spettri dell'esilio e dell'intolleranza sembrano incombere nuovamente sull'Europa e sul mondo intero, appare più che mai necessario fare i conti con questa storia e con gli interrogativi che ancora la accompagnano.
Oggi vorrei parlarvi di "Bora", Marsilio editore. Questo libro nasce da un incontro tra due donne, Anna Maria Mori giornalista, e Nelida Milani docente di lingua italiana all'Università di Pola. Le scrittrici rappresentano due facce di una città, Pola, e di una regione, l'Istria. La bora del titolo si richiama ai tragici avvenimenti del dopoguerra che spazzarono via dall'Istria la maggioranza della popolazione di cultura italiana e che costrinse ad un difficile esilio in casa la comunità che decise di rimanere. La Mori, tramite i suoi ricordi, ci fa rivivere la sofferenza della maggioranza dei cittadini di Pola che scelsero la via dell'esilio imbarcando poche cose sulla motonave Toscana, alla volta della disastrata Italia del dopoguerra. La Milani racconta invece il travaglio forse ancor più duro di chi fu costretto a rimanere e che con l'esodo si trovò da un giorno all'altro accerchiato dai nuovi arrivati serbi, croati e bosniaci che non conoscevano la loro realtà e che in ogni italiano vedevano un fascista. Scorrendo i ricordi delle due donne si ha modo di rivivere gli eventi passati facendoli propri, come in un film, in un flashback che compone un quadro nitido, una realtà doppiamente perduta: l'infanzia delle due autrici e un passato che resiste soltanto nei ricordi dei sopravvissuti.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un confronto epistolare tra 2 esperienze parallele ma diverse di italiane d'Istria. Chi è partito e chi è restato; la scelta era l'"opzione". Chi è partito conserva la malinconia delle cose perdute e il rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere. Chi è restato vive ogni giorno la consapevolezza della sopraffazione e il senso del rancore. Utili e opportuni gli appunti per una cronologia a cura di Antonella Scarpa al termine del volume
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