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Anno edizione: 2022
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«Ho preso le vecchie storie e le ho rimescolate, finché le donne nascoste non sono comparse in piena luce.»
«Questa sovversiva rivisitazione dei classici è una delizia piena di sorprese» – The Guardian
«È intelligente e appassionante: le storie che racconta ci seducono da quasi tremila anni» – The Times – Saturday Review
Una donna sola corre nella notte, intorno a lei la sua città che brucia. Fuori dalle mura, la regina e altre sventurate attendono un destino che verrà deciso dai vincitori. È la caduta di Troia. Dieci interminabili anni di guerra sono giunti alla tragica conclusione, mentre le avventure dei protagonisti andranno a ispirare, nei secoli a venire, le opere di artisti e scrittori. «Cantami o Musa» invoca il sommo poeta Omero, che ha raccontato le gesta degli eroi. Ma Calliope, musa della poesia epica, questa volta è meno accomodante: è convinta che non tutto sia stato narrato, che qualcosa di fondamentale, legato alle figure femminili, manchi ancora per completare l'affresco. Se il bardo vuole che lei canti, allora lei canterà insieme a tutte le donne coinvolte nella grande tragedia. Dando voce a ciascuna di loro, Calliope prende in mano la storia e ce la racconta da una nuova prospettiva. Ecco Andromaca, Cassandra, Pentesilea, Clitennestra, che vengono alla ribalta, con i loro pensieri, con i complicati risvolti psicologici delle loro scelte, con la sete di vendetta, la solitudine, la dignità di fronte alla morte. E poi tutte le altre, da Penelope a Briseide, da Creusa a Ifigenia, dalle troiane che, vinte, saranno rese schiave, alle greche che attendono il rientro dei loro uomini, senza dimenticare le capricciose divinità che governano le sorti dei mortali. Attingendo alle fonti antiche, anche le meno note, Natalie Haynes rivisita una delle più grandi narrazioni di tutti i tempi, facendoci palpitare di commozione accanto alle leggendarie eroine, e trasmettendoci il sentimento vivo di come la guerra di Troia e la sua epopea appartengano alle donne non meno che agli uomini.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Avevo aspettative molto alte ed è la prima volta che un libro che affronta tematiche mitologiche mi delude. All’inizio prometteva davvero bene, ma leggendolo purtroppo si è rivelato un libro no. Punto primo è lentissimo, la narrazione scorre veramente lenta e a tratti mi ha annoiato, inoltre è stata una lettura infinita durata circa un mese. Punto due i personaggi sono infiniti, e non avendo un’infarinatura sull’argomento (carenze scolastiche), mi sono vista persa e ad ogni capitolo andavo a leggere lo schema dei personaggi per capire a chi si riferisse il tutto. Infatti la scrittrice altro non fa che dare a Calliope voce, per raccontare la storia da una nuova prospettiva. Tanti personaggi che vengono alla ribalta, con i loro pensieri, con i risvolti psicologici delle loro scelte, con la sete di vendetta, la solitudine, la dignità di fronte alla morte. Leggendolo comunque la trama è valida e tratta un argomento che nonostante i mille anni di differenza, ancora oggi è attuale: LA GUERRA. Un argomento doloroso ma mai assente nella storia dell’uomo, anche perché è l’uomo stesso che la crea. Mi hanno colpito diverse parole proprio nella post-fazione, parole che riguardano la guerra: “l’eroismo è qualcosa che può trovarsi in tutti noi, soprattutto se le circostanza lo spingono alla ribalta. Non appartiene solo agli uomini, ma più di quanto le tragiche conseguenze della guerra appartengono solo alle donne. Sopravvissuti, vittime: non sempre questi ruoli sono separati.”
Questo libro offre una rivisitazione di una delle storie più celebri del mondo antico dal punto di vista delle donne, creando un'atmosfera tale che è impossibile non immedesimarsi nelle donne stesse che vivono e subiscono gli eventi. La scrittrice fa davvero sentire quelle emozioni sulla propria pelle (minhanno colpito soprattutto i capitoli su Creusa, Ecuba, Andromaca e Cassandra). Consigliato.
Una riscrittura che vale veramente la pena leggere, che non toglie nulla ai classici ma che li fa rivivere con precisione e una prospettiva nuova e diversa. Alcuni brani sono strazianti, come quello di Andromaca, altri fanno sorridere, come nel caso di una Penelope che ne canterebbe volentieri quattro al marito che non torna mai. L'ennesima riprova che i capolavori hanno sempre ancora qualcosa da dire.
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