Il testo mi ha trasmesso angoscia per l’intensità con la quale la scrittrice tratta l’argomento iniziale. Romanzo attraverso il quale verranno sviscerati gli stati d’animo dei protagonisti con una prosa a volte cruda, ma forse per questo più incisiva.
Cercando il mio nome
Candidato al Premio POP – Premio Opera Prima 2021
Attraversare il lutto attraversando se stessi, il proprio corpo, il sesso. Un romanzo d'esordio potente, sincero, senza pelle.
«Una storia simbiotica, da inossidabilità del cordone ombelicale che connette un padre a una figlia» - Ermanno Paccagnini, la Lettura
Ci vuole molta forza per partorirsi, papà, ti chiedo di soffiarmi incontro tutto il coraggio che puoi.
Anna e suo padre sono «due pupi mossi dalla stessa coppia di aste di metallo», i fili che li legano sembrano destinati a non spezzarsi mai, il loro legame inviolabile. Ma non può essere così, non è mai così, e a diciannove anni, dopo una malattia che brucia il tempo, Anna perde il padre per un melanoma. Il rispecchiamento in lui è così forte, la sua figura così sensibile e piena di cura, così materna, che Anna perdendo suo padre perde se stessa, si confonde, senza lo sguardo di lui è come se fosse diventata niente. L'attraversamento del lutto diventa perciò, necessariamente, ricerca di sé, della propria femminilità, e finisce per passare attraverso una scarnificazione del corpo, il suo oltraggio. Trasferitasi da Napoli a Roma, usando l'università come un pretesto per allontanarsi dalla morte incombente, Anna si ritrova a doversi mantenere da sola, la madre non può aiutarla nelle spese né lei vuole gravare, così si indirizza a un prete grazie al quale la sua coinquilina ha trovato lavoro come ragazza delle pulizie. Il prete però la vede bella – «bisognerebbe proteggere la propria carne con squame più spesse di quelle che il lutto fa risplendere sopra le nostre teste. E invece ci esponiamo al sole dell'angoscia senza alcuna protezione, quasi a pretenderli, i segni sulla pelle di questo nostro attraversamento tisico del tempo» – e le propone un lavoro meglio pagato, in un night club. Anna è turbata, pensa di rifiutare ma poi accetta, e c'è repulsione e attrazione nel suo sì. Mescolato al racconto delle notti in cui si trasforma in Bube, con i muscoli tesi attorno al palo della lap dance, riemerge il passato, riemergono i vicoli e i bassi di Napoli, l'infanzia delle veglie con la nonna, i pomeriggi a fare i compiti con Alfredo e Cristina, e soprattutto il padre, la malattia che scompiglia tutto, la possibilità di esistere nonostante la morte.-
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Anno edizione:2021
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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MARIA CARMEN 03 febbraio 2025
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Paola61 11 gennaio 2022Alla ricerca della propria identità
È il primo romanzo scritto dall'autrice Carmen Barbieri e devo ammettere che scrive egregiamente: linguaggio fluido, scorrevole e semplice, anche il tema trattato è abbastanza originale. Protagonista del romanzo è Anna , perde il padre a 19 anni, dopo una lunga malattia, questo episodio le stravolge la vita, e nel tentativo di elaborare il lutto , ricerca se stessa scarnificando il proprio corpo.Si trasferisce da Roma a Napoli e per mantenersi agli studi svolge un lavoro in nightclub .Di notte si trasforma in Bube e con i muscoli tesi intorno al palo della lap dance inizia il suo lavoro, un lavoro che la trascinerà in una spirale pericolosa.Buona lettura
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